25 anni del Guggenheim Bilbao. Una grande festa riapre la collezione permanente del museo

Il museo che ha rivoluzionato una città celebra il suo primo quarto di secolo con i capolavori di Klein, Basquiat, Krasner e Kusama. La storia di una vittoria culturale

Non un giorno come un altro per il fiore metallico che si staglia, doppio nel suo riflesso, sulle acque inquiete del fiume Nervión: il Guggenheim di Bilbao compie 25 anni. Un museo di primissimo piano, quello progettato da Frank Gehry e inaugurato il 18 ottobre 1997, considerato per genesi e sviluppo la punta di diamante di un modo tutto europeo di fare cultura, in grado di usare la bellezza come lente di promozione e valorizzazione del territorio fino a cambiarne dal profondo l’identità. Bilbao era una città intristita, post industriale, senza un progetto. È diventata una delle principali mete turistiche del mondo. Lo chiamano Bilbao Effect. Per festeggiare questa innegabile vittoria, il museo ha inaugurato il programma celebrativo Art inspires the future, in cui alterna una serie di eventi in giro per la città al riallestimento della propria straordinaria collezione permanente (aperta gratuitamente a tutti i cittadini baschi).

Un museo straordinariamente ricco, supportato dalla regione, immerso nella sua città: negli ultimi 50 anni di storia, questo è il più importante esempio di come ridare vita a una città attraverso l’arte, e di come farlo in modo impeccabile”, ha commentato Richard Armstrong, direttore della Fondazione Guggenheim di New York e del mitico museo sull’Upper East Side. Nonostante le grosse perplessità bilbaine al tempo della sua proposta, sia da parte politica sia artistica, il museo ha dimostrato che investire nella cultura può portare, alla rinascita di una città e di un’area intera. Bilbao è diventata, da centro in declino penalizzato dalla monoproduzione di ferro e acciaio, un polo florido e intimamente auto-consapevole, cosa che ha portato anche a una rinascita dell’identità basca e della stessa lingua (oggi insegnata nelle scuole). Proponendosi come museo del futuro – o per meglio dire, del presente – il Guggenheim ha nutrito la terra basca, i cittadini e i visitatori attirando menti e stimolando un rapporto con il pubblico e i privati che si è dimostrato foriero di proficue interconnessioni. E ne sono consapevoli: “Non è un modello standardizzabile e replicabile: è un caso unico”, racconta il direttore Juan Ignacio Vidarte.

IL RIALLESTIMENTO DELLA COLLEZIONE PERMANENTE DEL GUGGENHEIM DI BILBAO

In concomitanza con l’anniversario, il museo espone al pubblico in un riallestimento tematico della propria collezione permanente nella grande mostra Sezioni/Intersezioni, che va a riflettere la vocazione di istituzione collezionista e ricercatrice del Guggenheim. Fino al 22 gennaio 2023, i visitatori riscopriranno la storia del Novecento e dei primi Duemila da Rothko a Kusama, da Serra a Iglesias, da Basquiat a Warhol, orientandosi attraverso le tre sezioni autonome dell’esposizione su altrettanti piani dell’edificio. Il “trittico espositivo” è aperto dal capitolo Segnando la storia, al terzo piano, che immerge nella luce dell’architettura originale di Gehry (accompagnata da quella artificiale dello sponsor storico Bbk) alcune delle opere più memorabili della collezione: si inizia con il botto con un Sol LeWitt ricostruito, cui seguono una meravigliosa Palingenesi di Lee Krasner (uno dei prestiti a lungo termine del museo) e poi ancora pezzi di Robert Motherwell e Willem de Kooning, a fianco dell’ultima, grande acquisizione, la scultura eco-consapevole e post-coloniale Rising Sea dell’artista ghanese El Anatsui. Segue poi il capitolo Illustrando narrative, al secondo piano, forse il più forte della serie, che attraverso il filtro della “narrazione” riunisce le opere di una ventina di grandi artisti del Novecento e non solo che hanno contrapposto alle grandi narrazioni del proprio tempo delle visioni alternative, dei micro-cosmi di valori e ideali: una grande stanza per Anselm Kiefer (un vero must) e Joseph Beuys, e poi le opere di Yves Klein, Francesco Clemente, con l’intera Stanza della madre, e un sorprendente Ernesto Neto, la cui morbida Bolla bianca invita i visitatori a entrare. Chiude il trittico Vita materiale, il terzo e ultimo capitolo, che suggerisce alcuni elementi naturali come fondamentali e necessari. Qui, sotto le grida di battaglia tradizionali dei guerrieri baschi, compaiono il grande Cerchio di Bilbao di Richard Long, un presentissimo Jannis Kounellis e un ulivo vivo di Yoko Ono. A terra, infine, una stanza tutta per la splendente Infiity Mirrored Room di Yayoi Kusama, per la prima volta uscita dal suo museo a Tokyo.

Questa grande mostra è “un omaggio all’esposizione che inaugurò questi spazi, venticinque anni fa, con opere dalle altre sedi internazionali del Guggehnheim, e alla storia che il museo stesso ha sviluppato da quel punto”, spiega Vidarte. “Qui”, ha aggiunto Armstrong, “emerge chiaramente come i curatori giovani non sono più focalizzati sulla cronologia dei lavori, come al mio tempo, ma sulla connessione tra i temi delle opere e il tempo presente.

Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room

Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room

GLI EVENTI E LE CELEBRAZIONI PER IL 25ESIMO ANNIVERSARIO

A fianco dei molti laboratori per bambini e visite didattiche che affiancano la mostra, sono state pensate diverse occasioni per permettere a un pubblico il più ampio possibile di partecipare al venticinquesimo. Una kermesse diffusa all’insegna dell’arte, della musica e della danza celebra infatti l’anniversario dell’istituzione con concerti e spettacoli, che sporadicamente vanno avanti da gennaio 2022, entrando nel vivo da settembre per poi lasciarsi andare a un exploit finale negli ultimi mesi dell’anno. Esempio ne è la performance Danza de las materialidades mutantes di Cecilia Bengolea, che il prossimo 25 ottobre proietterà nella danza la storia del museo. Un evento, questo, dedicato agli affiliati del museo, uno dei modi per l’istituzione di finanziare i suoi grandi progetti. Aperta a tutti, invece, la celebrazione finale del dicembre 2022, Immersions, una proiezione cartografica su larga scala con luci e suoni che permetterà al pubblico di vivere un’esperienza immersiva.

Giulia Giaume

https://www.guggenheim-bilbao.eus/en

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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