ArtVerona: 10 gallerie da non perdere in fiera
La fiera veronese dell’arte contemporanea torna con un nuovo appuntamento, tra numerose gallerie italiane, spazi no profit, talk, editoria, sezioni speciali e novità. Ecco i progetti più interessanti che abbiamo scovato tra i suoi stand
Verona si riconferma la piazza italiana del contemporaneo, con la totalità degli espositori nazionali e un’offerta che va dall’arte di inizio Novecento alle ultime sperimentazioni, di giovani artisti e giovani gallerie. È probabilmente questa la parte che cattura maggiormente l’attenzione: tra la pittura figurativa che torna alla ribalta e i nuovi approcci al digitale, tra l’attenzione alle tematiche sociali più urgenti e le realtà no profit sparse per l’Italia, la fiera rappresenta una buona panoramica per chi si vuole porre degli interrogativi sulle tendenze emergenti dell’arte. Ecco le gallerie che hanno presentato i progetti più significativi, spesso intrisi di storie e punti di vista curatoriali.
Giulia Ronchi
STUDIO G7 – BOLOGNA
Lo stand dello Studio G7 si presenta con un grande involucro frutto del lavoro di Marilisa Cosello, e della sua corrispondenza con il grande teorico Noam Chomsky iniziata nella primavera del 2022. In quest’opera, l’artista utilizza e si appropria dei brani tratti dal libro manifesto Requiem for the American dream: The 10 principles of Wealth & Power, in chiave street art. Quello che ne risulta è una riflessione sull’epoca contemporanea, sui suoi fallimenti e le sue possibilità, ma soprattutto sul concetto di restrizione e controllo. Lo stesso solco in cui si insinuano i lavori esposti all’interno dello stand, realizzati da Gregorio Botta, Mariateresa Sartori, Lorenzo Modica, Paola De Pietri, Caterina Morigi, Franco Guerzoni, Davide Tranchina, Jacopo Mazzonelli e Daniela Comani.
VBG VIRGINIA BIANCHI GALLERY BOLOGNA
Al limite tra distopia e allucinazione, tra sogno e fantascienza, la galleria di Virginia Bianchi si presenta a Verona con uno stand piccolo ma intenso, frutto di tre artisti – Lea Porré e Xenoangel, duo rappresentato da Marija Avramovic e Sam Twidale – che hanno lavorato assieme per dar vita a questo mondo sommerso. Una suggestione che proviene dai Born of Trash, in cui consolle, joystick e dispositivi elettronici vengono fagocitati da conchiglie e elementi biomarini, stampe a muro che si aprono verso mondi altri come squarci e muschio che avvolge gli oggetti, una sorta di “oblio botanico”, segno dell’inesorabilità del tempo. Ad aprire un varco verso una realtà parallela è l’opera in realtà aumentata a cui accedere attraverso un visore, per sentirsi immersi sott’acqua, circondati da simil-pesci e bizzarre creature.
THE FLAT MASSIMO CARASI – MILANO
La galleria The Flat – Massimo Carasi porta in fiera alcune pillole della ricerca degli ultimi anni, che riguarda artisti giovani, internazionali e radicati nel presente. Dalla pittura piatta e colorata di Andrea Carpita, che coglie da vicino conoscenti e amici soffermandosi sui dettagli, alle sculture tessili dell’iraniana Hiva Alizadeh, che prendendo ispirazione dalla tradizione persiana, dà vita a paesaggi e composizioni astratte composte da fili sintetici dai colori accesi. Il suo lavoro è stato recentemente citato dalla stampa internazionale poiché accostato alla protesta in Iran (di cui il “taglio della ciocca di capelli” è diventato un simbolo) contro l’uccisione di Masha Amini e l’oppressione delle donne. Chiudono la serie gli specchi cromati di Sali Muller, che dietro all’apparente estetica stucchevole celano una denuncia contro la dispersione del petrolio in mare e i gravi disastri ecologici che si sono avvicendati negli ultimi anni nel mondo. Sulla parete esterna dello stand, infine, alcune piccole opere di Leonardo Ulian, anticipazione della prossima personale in galleria.
MATTHEW NOBLE – MILANO
Tre modi per dire la stessa cosa: è il titolo del progetto portato in fiera dal giovane Matthew Noble, lo stesso della mostra attualmente esposta all’interno della galleria milanese, curata da Antonio Grulli. I protagonisti sono Martina Cassatella, Roberto De Pinto e Emilio Gola, tre pittori nati tra il ’94 e il ’96 che a Milano lavorano nello stesso studio, contaminandosi visibilmente. Il primo colpo d’occhio restituisce, infatti, un’omogeneità che pare opera di una sola mano, anche se già al secondo si notano energie e intensità diverse. Ambienti caldi, talvolta quasi in penombra, da cui affiorano ritratti di amici e persone vicine agli artisti, scene familiari, particolari di mani che si intrecciano a capelli e irradiano luce.
LUNETTA 11 – MOMBACARO
Lunetta 11 è una galleria nata nel 2019 in un piccolo borgo delle Langhe sotto il segno della commistione, tra arti visive, performance, festival e musica. E porta con sé tutto il fascino di cui solo le realtà che nascono lontane dai grandi centri urbani e riescono a catturare l’attenzione generale possono vantare. A Verona si presenta con il progetto Ogni generazione è un popolo nuovo. “Gli istanti entro i quali un nuovo popolo si manifesta non possono che essere spazi di condensazione”, spiega il giovane critico Leonardo Manera nel testo che introduce le opere degli artisti Brian Belott, Edoardo Manzoni, Francesco Menzio, Ismaele Nones, Pierluigi Scandiuzzi, Simone Settimo e Solomostry.
KANALIDARTE DI AFRA CANALI – BRESCIA
Prende posto nel padiglione 11, dove si concentra l’arte più storicizzata della fiera: Kanalid’arte, la galleria bresciana di Afra Canali, porta a Verona uno stand dove prevale il tema erotico attraverso artisti di diverse generazioni: i disegni a penna su carta di Antonio Riello che rappresentano oggetti quotidiani o sessuali, le ceramiche di Andrea Salvatori, i cui vasi di apparenza borghese nascondono una “sorpresa fallica” nel coperchio e la grande stampa di José Manuel Ballester che omaggia il vuoto. A spiccare sono due grandi tele di Mattia Moreni, classe 1920, artista presente in cinque Biennali di Venezia e due Documenta a Kassel. Nelle sue opere, l’elemento tecnologico viene guardato con occhio critico (realizzate all’alba dell’era della computerizzazione) e si mescola con le gambe aperte di una donna, diventa elemento figurativo e astratto capace di generare mostri e strano animali.
NFT TOWER – ROMA
Nella sezione Solo, va in onda il Neuro-cinema, nuovo manifesto improntato sull’evoluzione del media tecnologico e sulla riappropriazione del corpo umano. La nuova galleria digitale dedicata al mercato degli NFT propone l’opera di Dino Esposito e Gennaro Bosone che, partendo dalla consapevolezza della co-dipendenza tra individuo e device, creano un nuovo sistema capace di produrre opere personalizzate. Basta sedersi e indossare l’apparecchio di Neurofeedback, che percepisce i movimenti relativi alla produzione di onde celebrali. Queste informazioni arrivano a un computer che le elabora in tempo reale attraverso un algoritmo, trasformandole in una sequenza di immagini, ognuna diversa dall’altra a seconda dell’individuo che le genera. Questi filmati vengono poi convertiti in NFT, che potranno essere acquistati dai legittimi produttori-proprietari.
MAG – MAGAZZENO – RAVENNA
“Hai venduto qualcosa?”. Risuona ancora più cinica del solito l’amara ironia di Giulio Alvigini, che mette nero su bianco la tipica frase di circostanza del jet set dell’arte, all’interno di una fiera che presenta tanta arte giovane ma non è stata molto popolata, almeno nei primi giorni. Il creatore della pagina Make italian art great again, presentato ad ArtVerona in un solo show dalla galleria ravennate Magazzeno, condensa nel piccolo stand di 4×4 metri tutta la sua visione disillusa del sistema artistico attraverso il progetto Alla fine della fiera. Le sue opere-gadget esposte portano il motto “I don’t need sex, the art world fucks me every day”, mentre non manca il gioco gratuito Cards Against Contemporary Art Italia. Che piaccia o meno, passare allo stand dell’Alvigini-show è utile per rendersi conto di come le situazioni si assomiglino un po’ nel piccolo mondo autoreferenziale dell’arte italiana.
NEUTRO – REGGIO EMILIA
Trysha e La Trape sono due drag queen, tra le più note che animano le notti dei club di Milano. Non sono solo personaggi relegati alla sfera dello spettacolo, bensì rappresentano l’espressione più radicale dell’essere se stesse in quanto diverse, di combattere con la propria persona ogni forma di soppressione di libertà, di repressione, di violenza, di intolleranza, di società eteronormativa per cui andare fuori dai binari significa essere malati, mostri, deboli, minoritati, immeritevoli di rispetto e rappresentazione. Nell’opera video su tre canali dell’artista Daniele Costa, Trysha e La Trape si sfidano in una gara di Voguing, stile di ballo tipico del mondo drag. A presentarli, Neutro di Reggio Emilia, realtà no profit nata su sei vetrine commerciali della banca BNL – Gruppo BNP Paribas, rimaste inutilizzate e trasformate in spazio per progetti artistici.
GLI AMBIENTI DEL PROGETTO HABITAT
Una nota di merito va al progetto Habitat, piccole capsule del tempo allestite nel padiglione 11 e disseminate tra gli stand con cui la fiera ha scelto di presentare le opere di artisti storici italiani, quali Ugo La Pietra, Marina Apollonio, Nanda Vigo, Luciano Fabro. Installazioni ambientali che giocano con la luce, lo spazio e avvolgono lo spettatore.
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