Bolzano Art Weeks 2022: dai musei agli spazi indipendenti, la scena altoatesina fa sistema
La seconda edizione della manifestazione bolzanina ha collegato realtà culturali differenti tra loro creando sinergie, scambi di pubblico, tracce sul territorio e dando risalto anche a progetti poco conosciuti
Se il 2021 è stato una sorta di “prova generale” di questo festival, nato come reazione a un anno di chiusure e restrizioni, la nuova edizione ne ha rappresentato il consolidamento. BAW – Bolzano Art Weeks 2022 si è svolto dal 22 settembre al 2 ottobre attraverso una rete diffusa per la città che ha messo a sistema le tante realtà culturali: dai musei agli spazi indipendenti, dalle fondazioni agli studi d’artista, inserendosi anche in luoghi solitamente non deputati all’arte con interventi site specific. Una proposta di qualità scandita da un’articolata programmazione di mostre, performance, club music, talk e eventi. Il progetto, ideato e curato da Nina Stricker, organizzato da Cooperativa 19 e Südtiroler Künstlerbund, con il contributo delle Ripartizioni Cultura della Provincia autonoma di Bolzano e della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Alto Adige, ha generato un circuito orizzontale mettendo in comunicazione realtà molto differenti, mappandole, dando loro nuovo risalto e generando sinergie e scambi tra pubblici diversi.
IL CONCEPT DI BOLZANO ART WEEKS 2022
Un’occasione per entrare negli studi degli artisti, per la prima volta aperti al pubblico: è il caso del fotografo Ivo Corrà ma anche dello spazio temporaneo di Marcello Jori che sorge in una dependance nel giardino dell’Hotel Laurin nel quale l’artista ha cominciato a lavorare dal lockdown del 2020, e in cui è possibile addentrarsi tra tele, illustrazioni e dipinti non ancora conclusi. Lo stesso hotel ha ospitato, in occasione della Bolzano Art Week, la fotografia delicatamente erotica Peau D’âmes 2009-2010 di Brigitte Niedermair, stampata su grandi dimensioni e sospesa in alto negli ambienti interni del Bar Laurin. Tutti gli eventi della manifestazione sono stati declinati nella tematica tripartita di MEMENTO/MOMENT(O)/MONUMENT(O), una linea concettuale che allude al passato, al presente e al futuro, tanto alla brevità dell’attimo (collegato alla profonda incertezza della situazione globale odierna) quanto alla permanenza dell’esperienza artistica nello spazio e nella memoria.
SPAZI NO PROFIT E GIOVANI ARTISTI A BAW 2022
“Un tema molto artistico quello del tentativo, seppure impossibile, di immortalare l’istante a volte sotto forma di MONUMENTO anche se nella consapevolezza che nulla è per sempre”, ha commentato Nina Stricker. A questa ambiguità del monumento fa eco l’opera ERO_E di Matteo Attruia, una delle tante installate nel centro storico della città, nella corte di Palais Campofranco, in cui un parallelepipedo di marmo ricorda un piedistallo e una lapide al tempo stesso, giocando sulle parole “ero” e “eroe”. L’attenzione ai giovani artisti è data anche dalle mostre ospitate negli spazi no profit, come spazio CUT, curiosa realtà nata durante la pandemia nel soppalco di un parrucchiere, con la personale di Sanjeshka e dalla collettiva The lying body presso ar/ge kunst, associazione che segue il modello nordico delle Kunstverein.
I MUSEI DI BAW 2022
Hanno scelto di inaugurare durante Bolzano Art Weeks 2022 anche i grandi musei della città: a partire da Museion, che ha occupato tutti i suoi tre piani con la mostra Kingdom of the Ill, fino al 5 marzo 2023, secondo capitolo del programma di ricerca TECHNO HUMANITIES lanciato dal direttore Bart van der Heide. Le opere di 24 artisti internazionali, tra cui installazioni, video, arte digitale e nuove tecnologie, pongono degli interrogativi drammaticamente attuali, che riguardano il senso del benessere e della malattia, il pericolo o l’opportunità della contaminazione, i sistemi sanitari, la cura di sé e degli altri. Ha chiuso il cerchio Fondazione Antonio delle Nogare, suggestivo esempio di architettura incastonata nella roccia, che ospita una delle collezioni di arte contemporanea più importanti d’Italia. Qui ha inaugurato Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022, mostra d’apertura del programma espositivo del nuovo direttore Andrea Viliani (in carica dallo scorso marzo al posto di Vincenzo De Bellis), curata da Cristiana Perrella e Vittoria Pavesi. Al centro, il primo tentativo di una ricostruzione filologica della mostra Materializzazione del linguaggio a cura di Mirella Bentivoglio, svoltasi nel 1978 ai Magazzini del Sale alle Zattere, nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia, che ha rappresentato uno spartiacque del ruolo della donna e del linguaggio artistico di stampo femminista nei canali istituzionali dell’arte. Un’eredità preziosa che passa attraverso le ricerche verbo-visuali di 90 artiste e poetesse internazionali, un dialogo ancora aperto e attuale nella sua forza e nei suoi molteplici significati.
Giulia Ronchi
https://www.bolzanoartweeks.com/
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