Alle radici della mitologia. La mostra di Miroslaw Balka a Milano

Mito, spazio e sensi: sono questi gli ambiti chiamati in causa da Miroslaw Balka nella sua nuova mostra alla galleria Raffaella Cortese di Milano

Se pensiamo ai lavori di Miroslaw Balka (Varsavia, 1958), siamo catapultati in un universo fatto di relazioni immediate tra gesti e oggetti, dove gli elementi utilizzati hanno origine nella memoria privata dell’artista, assumendo al tempo stesso un valore universale. I motivi individuali da cui Balka prende ispirazione per le sue opere si intrecciano con i cambiamenti improvvisi, i buchi e i momenti più oscuri della storia recente e raccontano la frammentarietà dell’esistenza. Non esiste una dimensione temporale – come dichiara l’artista stesso: ogni volta che qualcosa viene proiettato nel futuro, è riferito in qualche maniera al passato.

Miraslow Balka. nethyM. Installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2022. Courtesy Galleria Raffaella Cortese

Miraslow Balka. nethyM. Installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2022. Courtesy Galleria Raffaella Cortese

LA MOSTRA DI MIROSLAW BALKA A MILANO

nehtyM, titolo della mostra alla galleria Raffaella Cortese di Milano, versione speculare della parola tedesca “Mythen” (miti), assume il compito di una cornice, spiega Balka, con lo scopo di organizzare i pensieri. È importate che questa sia aperta a ogni tipo di interpretazione, anche quelle più lontane dalle sue. I miti condivisi a Milano sono radicati nella mitologia greca e collegati con Afrodite, Urano, Niobe e Diana. Quello che ci si aspetta è dunque il viaggio dell’artista nella sua idea di mitico, attraverso disegni e sculture suddivisi in tre sezioni, Desiderio, Gravità e Unione.

Miraslow Balka. nethyM. Installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2022. Courtesy Galleria Raffaella Cortese

Miraslow Balka. nethyM. Installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2022. Courtesy Galleria Raffaella Cortese

LE OPERE DI BALKA IN MOSTRA DA RAFFAELLA CORTESE

l primo momento della mostra, Desiderio, è caratterizzato da tre disegni a carboncino di grandi dimensioni che raffigurano Afrodite e Niobe, personaggi della mitologia greca e appartenenti all’infanzia dell’artista: Balka le ricorda infatti come i primi soggetti del desiderio visti in un libro di mitologia in bianco e nero, simboli di una sessualità inevitabile, proibita, che suscita attrazione. I due momenti successivi vedono protagonista la scultura, misurata per mezzo del corpo dell’artista e poi dallo spettatore quando se le trova davanti.
Di queste opere sono rivelate solo alcune dimensioni, per rapportarci alla loro fisicità all’interno della galleria: la scelta dei materiali, per Balka, riguarda la composizione dello spazio e l’attivazione dei sensi. Ad esempio, nella sezione Gravità, l’unico dato fornitoci è il peso dell’opera – 85 kg –, evocativa di un immaginario senza tempo. Infine Unione, definita da 273 x 23 x 23 / NowHereWe, ci pone davanti a un insieme di storie e culture lontane che risuonano nello spazio espositivo, qui rappresentate da Balka assemblando campane provenienti da luoghi e religioni diverse.

Silvia Rossetti

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