Il Museo del Novecento di Milano diventa la più importante collezione di Futurismo al mondo
La collezione di 26 opere di artisti italiani del primo Novecento appartenuta all’imprenditore milanese Gianni Mattioli è adesso esposta negli spazi della Galleria del Futurismo del museo milanese
Il suo arrivo era stato preannunciato lo scorso anno, quando il Museo del Novecento di Milano ha riaperto al pubblico – dopo i lavori di riallestimento – la Galleria del Futurismo, area del museo in cui è esposta la collezione di opere del movimento artistico nato all’inizio del XX secolo. Ora la Collezione Gianni Mattioli – che prende il nome dell’uomo d’affari, collezionista e amico dei futuristi Azari e Depero nato a Milano nel 1903 –, costituita da 26 opere di artisti italiani del primo Novecento, è fruibile proprio nella Galleria del Futurismo, in attesa dell’espansione verso il Secondo Arengario nel grande progetto di sviluppo del museo con tanto di passerella sospesa su Piazza Duomo. “Il Museo del Novecento continua a ‘salire’ come la Milano della celebre tela di Boccioni”, ha commentato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Un museo ‘dinamico’ come il Futurismo, del quale oggi conserva la collezione più completa al mondo”. Le opere della Collezione Mattioli sono esposte al Museo del Novecento a seguito di un comodato di lungo termine che Giacomo Rossi, nipote di Gianni Mattioli, ha disposto a favore dell’istituzione.
LA COLLEZIONE GIANNI MATTIOLI AL MUSEO DEL NOVECENTO
Boccioni, Sironi, Modigliani, Carrà e Morandi sono alcuni dei nomi di cui si compone la Collezione Mattioli, protagonisti adesso di un dialogo che li mette in relazione con i capolavori facenti parte della collezione permanente del museo: tra gli esempi più iconici, è la celeberrima scultura di Umberto Boccioni Forme Uniche della Continuità nello Spazio, tra i pezzi clou del museo, messo a confronto con due altre opere di Boccioni della Collezione Mattioli, Dinamismo di un ciclista e Dinamismo di un corpo umano. Nella Galleria sono poi esposti Materia, ritratto che l’artista fece a sua madre, il dipinto Crepuscolo e il bozzetto de La città che sale, per poi proseguire con Manifestazione interventista di Carlo Carrà; i balli raffigurati da Gino Severini in La Chahuteuse e Ballerina blu; lo studio del movimento e della velocità di Mercurio transita davanti al sole di Giacomo Balla. Di Amedeo Modigliani sono messi in dialogo due ritratti realizzati nell’arco di pochi anni, quello al mercante d’arte Paul Guillame e al pittore Franck Haviland; provengono dalla Collezione Mattioli Composizione con elica e Il cavallo bianco di Mario Sironi e, sempre di quest’ultimo, è l’opera Ballerina proveniente dalla Collezione Jucker. Conclude il percorso una sala monografica dedicata a Giorgio Morandi, che si completa adesso di sei tele provenienti dalla Collezione Mattioli.
Desirée Maida
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