A Firenze spunta dopo 60 anni scultura dimenticata di Jean Arp
L’opera venne donata al Comune di Firenze in segno di solidarietà per l’alluvione. Poi scomparve e venne dimenticata. Uno storico dell’arte si è messo sulle sue tracce e l’ha trovata. Da oggi è esposta al Museo Novecento
Si chiama, in francese, Larme de galaxie, il piccolo gioiello riemerso dai depositi dei Musei Civici Fiorentini e in mostra a partire dall’11 novembre al Museo Novecento di Firenze. L’opera, realizzata nel 1962, fu donata alla città di Firenze devastata dall’alluvione del 4 novembre 1966, in un’ondata di affetto e commozione e in seguito all’appello lanciato all’epoca dallo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti. Abbiamo bisogno di tutti, scriveva, annunciando la nascita del Comitato del Fondo Internazionale per Firenze, e firmato da personaggi come Giorgio La Pira e Ugo Procacci. Progetto, cui si affiancava il sogno del mai realizzato Museo Internazionale d’Arte Moderna (MIAC), però poi base fondante della storia del Museo Novecento, nato nel 2014. “Firenze”, scriveva, “ha rappresentato per secoli lo spirito universale della civiltà, della cultura e dell’arte, nel mondo occidentale. Le testimonianze di questa opera storica che interessa tutto il mondo civile debbono essere salvate e conservate”. Pronta, nel 1967, la risposta di Marguerite Arp-Hagenbach, moglie dell’artista alsaziano nel frattempo scomparso nel 1966, con la preziosa donazione.
LARME DE GALAXIE: L’OPERA DI JEAN ARP
Unica nel suo genere, l’opera di Jean Arp, è una scultura di duralluminio. Fu esposta per un’unica volta nel 1965 alla galleria di Arturo Schwarz a Milano.
“È buona pratica del museo dialogare con il mondo accademico e universitario per attrarre le migliori menti nell’orbita del museo stesso e valorizzare gli esiti della ricerca scientifica con progetti curatoriali ed espositivi significativi anche per il grande pubblico”, spiega Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. “In questo caso, la sinergia instaurata tra museo e mondo accademico ha prodotto il ritrovamento di un’opera di Jean Arp grazie al contributo di Emanuele Greco, ricercatore e studioso, che ha riscoperto un’importantissima opera del maestro alsaziano conservata nei depositi delle collezioni civiche. Larme de galaxie, di cui si era perduta traccia dagli anni Settanta, era stata donata alla città di Firenze rispondendo all’appello di Carlo Ludovico Ragghianti, che all’indomani dell’alluvione del 1966, aveva chiamato a raccolta i grandi artisti internazionali per fare dono di un’opera nella prospettiva di fondare il Museo di Arte Moderna e Contemporanea della città di Firenze. Solo dopo decenni, nel 2014 è stato inaugurato il Museo Novecento, colmando una grande lacuna. Oggi, siamo ancora più soddisfatti nel ricordare gli eventi di allora, anche perché al nostro impegno sulla valorizzazione delle collezioni si aggiunge il sostegno alla ricerca scientifica”.
LA MOSTRA CON L’OPERA DI JEAN ARP AL MUSEO NOVECENTO
L’opera, a sessant’anni dalla sua concezione, e a cinquantasei anni dalla alluvione, evento traumatico ancora nel cuore dei cittadini di Firenze e dell’Italia intera, torna quindi per la prima volta in una mostra pubblica e in dialogo con opere coeve quali il quadro Forma in elevazione (1963) di Leone Minassian, strizzando l’occhio al grande marmo Il pastore dell’essere (1963) di Alberto Viani, che trova casa nel cortile della Biblioteca delle Oblate di Firenze. L’accostamento non è peregrino. Furono proprio Minassian e Viani, infatti, a sollecitare la vedova Arp-Hagenbach alla donazione, forti anche dell’influenza che l’artista alsaziano aveva sul loro lavoro.
“Il ritrovamento dell’opera, che fu appositamente scelta e donata dalla moglie dell’artista all’indomani dell’alluvione di Firenze, permette di gettare nuova luce sulla storia del lungimirante progetto del Museo Internazionale d’Arte Moderna (MIAC), avviato dallo storico e critico d’arte Carlo Ludovico Ragghianti con un appello agli artisti, e pensato come una sorta di grandioso risarcimento alla città dopo i danni provocati dalla catastrofe del 4 novembre 1966, e che di fatto costituisce il nucleo fondante dell’attuale Museo Novecento”, spiega Emanuele Greco, curatore dell’operazione, studioso “scopritore” dell’opera, ritrovata dopo tre anni di studio e ricerca, soprattutto a Berlino.
LA MOSTRA DI ALBERTO MAGNELLI
Sempre l’11 novembre, inaugura al Museo Novecento anche la mostra dedicata ad Alberto Magnelli (Firenze, 1888 – Meudon, 1971) intitolata Armocromie. Non ci sono legami tra le due mostre, se non fosse per il rapporto di amicizia tra Arp e Magnelli. La mostra presenta il Legato Alberto Magnelli, lascito, esposto per la prima volta nel 1973 a Palazzo Pitti dell’artista alla sua città, Firenze. Esposte per la prima volta nella loro interezza dopo cinquant’anni, le quindici opere furono realizzate tra il 1914 e il 1968, e oggi tornano alla luce in un percorso curato da Eva Francioli.
Santa Nastro
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