A Milano la mostra di Andrea Bonaceto, fenomeno della blockchain

Poesia, arte digitale, arte fisica, musica: tutto converge nella prima mostra italiana dell'artista star degli NFT che l'anno scorso ha creato delle opere insieme a un robot umanoide

Esplosioni di colore, visioni futuribili, musica e brandelli di parole: l’immersione nel mondo digitale di Andrea Bonaceto (Pisa, 1989), artista e nume del mondo della blockchain, è totale e totalizzante. È la sua prima personale italiana quella al MEET Digital Culture Center di Milano, con la curatela di Luisa Ausenda: il percorso espositivo, che deve il nome AB INFINITE 1 all’opera digitale che chiude il percorso, punta tutto sull’immergere i visitatori in un universo dove reale e “aumentato” si fondono, con spunti ora espressionistici e astratti ora psichedelici, che paiono oscillare tra l’opera di Paul Klee e il film cult Yellow Submarine.
Ci sono state due fasi nella mia carriera”, racconta Andrea Bonaceto ad Artribune. “La prima, di introspezione e vagabondaggio anonimo nel mondo dell’arte, tra poesia e musica ‒ suonavo spesso a Camden Town –, mentre lavoravo nel mondo blockchain come investitore e avevo un fondo di investimento con un gruppo di ragazzi di BlackRock. La seconda è iniziata quando questo mondo si è aperto all’arte: nel 2020 sono uscito allo scoperto, nel 2021 ho fatto la collaborazione con Sophia e da lì è partito tutto, la collaborazione con il Corriere, Nifty Gateway, le mostre e l’approdo da Christie’s. L’opera AB INFINITE 1 è stata infatti battuta all’asta da Christie’s lo scorso ottobre a favore di un (per ora misterioso) collezionista tradizionale:
Ho apprezzato il fatto che fosse l’unico lotto digitale della prima asta di arte contemporanea al mondo, e che fosse considerato come arte tradizionale: va tutto nella direzione che vorrei imprimere al mio lavoro, cioè colmare il gap tra arte tradizionale e arte NFT.

Andrea Bonaceto, AB INFINITE 1, 2021-2022

Andrea Bonaceto, AB INFINITE 1, 2021-2022

ANDREA BONACETO AL MEET DIGITAL CULTURE CENTER DI MILANO

Bonaceto – fondatore insieme a Pablo Rodriguez-Fraile e Ximena Caminos di Aorist, istituzione che supporta il mercato NFT – riversa qui tutti gli spunti e le riflessioni che hanno influenzato il suo percorso. Sempre tra il tecnologico e l’artistico, campeggiano nella prima galleria i ritratti fumettosi e deliranti realizzati in collaborazione con Sophia, robot umanoide della Hanson Robotics. Accanto a queste opere sono esposti dei ritratti fisici che omaggiano personaggi importanti per la formazione di Bonaceto – come Eugenio Montale e Leonard Cohen – e dei ritratti digitali di personalità della cultura pop, da George Floyd a Elon Musk passando per la Regina Elisabetta II, come anche amici e parenti dell’artista. Tutto punta a creare una compenetrazione tra arte tradizionale e digitale: “Le persone si approcciano ancora all’arte NFT come a una ‘cosa leggera’ che hai sullo schermo del computer o del telefono, e pensano che sia meno rilevante dall’arte fisica. È il contrario: il digitale è iper-flessibile, e qualunque schermo può facilmente diventare una ‘tela’. MEET ha lo spazio immersivo migliore d’Italia e qui si capisce come il medium digitale possa darti molto di più dal punto di vista sensoriale”.
Sono poi degli accostamenti di soggetti figurativi e forme astratte a creare un continuum nella seconda galleria, quella delle Visioni Digitali, in una sorta di fregio postmoderno virtualmente infinito. Uno schermo ospita i ritratti degli astronauti lunari Buzz Aldrin, Michael Collins e Neil Armstrong, inseriti da Bonaceto in una rivisitazione della storica prima pagina del Corriere della Sera che nel 1969 documentò lo sbarco sulla Luna. L’artista, su commissione del quotidiano, ha realizzato una rilettura artistica di questa prima pagina in forma di NFT, recuperando l’iconico titolo L’uomo è sulla Luna e lasciandosi ispirare.

L’ARTE E LA POESIA DI ANDREA BONACETO

Nella terza gallery sono proiettate le due immaginifiche Poesie a cui l’artista ha dedicato dei lavori sulla piattaforma di NFT Nifty Gateway: La Finestra e Aspettando un treno a Palmira, scritte in italiano e poi tradotte in inglese. “Faccio fatica a chiamare questi componimenti delle ‘poesie’: i veri poeti sono Montale e Quasimodo! I miei sono pensieri, che mi nascono dal profondo e sono sputati fuori come una necessità. A seconda di come mi sento, mi viene meglio esprimermi tramite un’opera, tramite la musica… come muschio dopo la pioggia, la poesia è nata naturalmente, e all’inizio era solo per me. Con gli NFT ho visto che c’era uno spazio libero, e ho cercato di fare qualcosa di importante, di vero”.
Chiudendo col botto, il percorso culmina con l’installazione di oltre 60 metri AB INFINITE 1, il cui nome vuole riecheggiare la circolarità dal tempo, come un grande uroboro. Questo mosaico immersivo e interattivo – accompagnato dalla traccia audio An ending (Ascent) di Brian Eno, rimasterizzata nel 2005 e ormai celebre in campo artistico – mostra persone ed eventi salienti della vita dell’artista, ora i suoi familiari e la sua compagna, ora alcuni episodi della sua carriera: il tutto culmina in visioni sensuali e fantasmagoriche.
L’opera è alimentata dall’AI e in continuo cambiamento: visitatrici e visitatori possono modificarla attraverso i propri account Instagram e Twitter usando l’hashtag #abinfinite1: le immagini e i testi associati saranno dunque processati e incorporati nell’opera e all’interno di una poesia che si compone come un flusso di coscienza dentro AB INFINITE 1.
Per me l’arte digitale è come quella tradizionale: un mezzo per riacquisire la propria identità. Sono molto critico verso una società in cui tu sei il lavoro che fai – l’ingegnere, l’avvocato o il medico – e non sei visto come una persona, un essere umano fluido e in continuo cambiamento”, spiega Bonaceto. “In un contesto di evoluzione tecnologica e automazione, nei prossimi anni moltissimi lavori saranno irrilevanti e le persone lavoreranno meno. In questo, l’arte è uno strumento per porsi delle domande su di sé, per vivere una vita autentica. Non possiamo più considerare l’arte solo ‘quadri bellissimi’: ci deve essere qualcosa di potente, concettualmente e socialmente, che aiuti a ridefinire la nostra identità”.

Giulia Giaume

https://www.abinfinite1.com/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più