Misk Art Week a Riyadh. L’Italia alla settimana dell’arte contemporanea nella capitale saudita
Tanti italiani all'evento di punta del Misk Art Institute, organizzazione non profit del principe ereditario saudita per promuovere gli artisti locali in dialogo col resto del mondo. E la curatrice Cecilia Ruggeri ha annunciato un nuovo spazio espositivo
“Per me l’idea di contribuire alla costruzione di un Misk building è una grande opportunità”. Così la curatrice italiana 29enne Cecilia Ruggeri anticipa la nascita nel 2025 del nuovo spazio espositivo del Misk Art Institute, l’organizzazione non profit fondata nel 2017 dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman bin Abdulaziz Al Saud per dare potere ai giovani nell’arte e nella cultura. Abbiamo incontrato Ruggeri a Riyad, in occasione della Misk Art Week, l’evento annuale di punta del MAI: la sua è la storia di tanti talenti italiani all’estero, in questo caso l’Arabia Saudita, che in questa dimensione hanno trovato un (grande) budget e una grandissima libertà creativa impensabile in Italia.
LA MOSTRA COLLATERALE TALES OF NOSTALGIA DELLA SETTIMANA DELL’ARTE SAUDITA
“Qui mi hanno dato carta bianca e ho invitato una grandissima curatrice americana, oltre ad artisti da tutto il mondo”, continua Ruggeri, storica dell’arte e curatrice del MAI da un anno, riferendosi alla mostra in corso alla Fondazione fino al 15 gennaio, Tales of Nostalgia. Questo è anche il tema della sesta edizione di questa settimana dell’arte, che dal 5 al 10 dicembre ha presentato un serrato programma di esposizioni (nelle gallerie del primo mall di Riyadh, risalente agli anni ’80), conferenze, masterclass, workshop, performance musicali, un mercato di design e un forum creativo con gli italiani del PhMuseum Lab di Bologna. E, infine, la mostra collaterale che indaga appunto il rapporto tra le arti digitali e il sentimento della nostalgia per la tradizione e il passato perduto. Curata da Marnie Benney e dall’assistente curatrice del Misk Art Institute Alia Ahmad Alsaud, la rassegna mette in dialogo tra loro le opere di 12 artisti, tra sauditi e internazionali (inclusi altri nostri connazionali come fuse collective), che riflettono sul tema attraverso l’uso di due strumenti tecnologici molto attuali: la learning machine, ovvero l’algoritmo che permette alle macchine intelligenti di migliorarsi con il tempo, e l’intelligenza artificiale.
COS’È IL MISK ART INSTITUTE DI RIYADH
Misk è una struttura semi-governativa che non fa parte del Ministero della Cultura ma dipende direttamente dal principe saudita: è sua la prima città al mondo senza scopo di lucro, la Prince Mohammed Bin Salman Noprofit City nel quartiere di Irqah, adiacente a Wadi Hanifa – un’oasi riconvertita in sistema naturale di purificazione delle acque a vantaggio della popolazione di Riyadh – su un’area di circa 3,4 chilometri quadrati, pensata come hub per guidare lo sviluppo, l’innovazione e la creatività dei giovani. Sorgerà nel 2025, come anche la nuova struttura dedicata all’educazione, con funzioni anche di galleria espositiva, che accoglierà al suo interno. La sede di Misk, un edificio degli anni ’80 con un ex garage e un’ex palestra riconvertiti in spazi per artisti, accoglie dalla sua nascita nel 2017 la Misk Art Week, che si è affermata negli anni come piattaforma per promuovere tutte le forme di produzione creativa, tra cui arte visiva, performance e pubblicazioni come The Art Library, una collana d’arte realizzata con Rizzoli sugli artisti arabi moderni e contemporanei più importanti, con un’attenzione particolare agli artisti sauditi.
LA SESTA EDIZIONE DELLA MISK ART WEEK
“Questa iniziativa è davvero un evento annuale imperdibile che mette in mostra e celebra il meglio delle arti multidisciplinari nella scena culturale del regno”, ha dichiarato Mashael Al-Yahya, direttore creativo del MAI, la cui mission è quella di rafforzare la comunità creativa locale e regionale dandole un’ampia vetrina, ora anche internazionale dopo l’apertura tre anni fa dell’Arabia Saudita al turismo proveniente da luoghi al di fuori del regno. Al secondo piano della Prince Faisal bin Fahad Arts Hall, sempre la sede di Misk, si è svolta la terza edizione del Misk Art Grant, una delle sovvenzioni più ambite nella regione con un fondo di 1 milione di ryal sauditi (266.632 dollari) distribuito tra 6 artisti e collettivi emergenti da tutto il mondo arabo, le cui opere entrano a far parte della collezione dell’Istituto. Invece, nei locali della palestra (una new entry della Misk Art Week) – proprio accanto alla ricostruzione di un ambiente beduino con tappeti sulla sabbia del deserto e tipica danza araba – è andata in scena la mostra Azeema, in arabo festa, cerimonia: una scelta curatoriale per rappresentare “un raduno sociale (social gathering) sottolineando gli aspetti celebrativi che uniscono tutto il mondo arabo”.
Dalle fotografie sul rituale del saudi coffee – nell’800esca Fortezza Al Masmak, simbolo di Riyadh, il cuore del nucleo originario da cui si è sviluppata la metropoli di oltre 7 milioni di abitanti, c’è una mostra permanente proprio su questa tradizione -, all’installazione sul canale nazionale saudita che riproduce registrazioni anni ’90, la mostra è un viaggio nei cinque sensi e nella storia di questo Stato nato ai primi del ‘900. Il tutto grazie ai lavori di 5 artisti del Golfo Persico e di 5 artisti sauditi, il cui studio si trova nel JAX Art District di Diriyah, polo multiculturale che ha appena ospitato una parte del festival Noor e la prima biennale d’arte contemporanea dell’Arabia Saudita nella vecchia città di Diriyah che si trova a circa 20 km dal centro di Riyadh, in uno dei siti archeologici più importanti (dal 2010 è Patrimonio Unesco), da cui deriva la dinastia saudita, con le sue case in mattone e fango. Due temi, tradizione e innovazione, che si sono rincorsi per tutta la settimana dell’arte saudita e che sanciranno anche la nascita del nuovo spazio espositivo.
Claudia Giraud
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