La pittura senza remore di Lucian Freud in mostra a Londra
Non aveva paura di ritrarre il corpo e il lato fisico, sensuale della vita Lucian Freud, nipote del famoso Sigmund. Ora la mostra alla National Gallery di Londra ne ripercorre la carriera
Lucian Freud (Berlino, 1922 – Londra, 2011), nipote dello psicoanalista Sigmund, sfugge con la famiglia alle atrocità della Germania nazista (1933) ed elegge Londra sua città di adozione fino alla morte. Personaggio ritroso, studia i pittori classici nordeuropei e rifiuta tutto ciò che può interferire con la sua indipendenza. Ventenne, ritrae la compagna Lorna Wishart (Woman with Daffodil, 1945): il quadro viene acquistato dal MoMA di New York e Freud inizia la sua carriera in un periodo di grande incertezza, in cui si facevano enormi richieste all’arte e agli artisti socialmente, politicamente e moralmente. Non prende posizione, non aderisce a manifesti e movimenti. Coerentemente controcorrente, resiste alle mode e rifiuta in maniera conclamata la monogamia nelle sue relazioni. Esperto nel muovere sulla tela grandi e fugaci pennellate, con tocchi composti e dettagliati, produce immagini che parlano fuori dal tempo e danno un potere trascendente all’arte.
LE OPERE DI LUCIAN FREUD A LONDRA
Nei primi lavori Freud rappresenta ciò che vede con la pittura: nel dipinto The Refugees (1941) si concentra sull’espressione dei migranti in stile naive, con lo sguardo perso, niente sfondo e colori scuri e densi. Mescola modelli e immaginazione. La ragazza con grandi occhi languidi, che tiene il mansueto gatto (Girl with a kitten, 1947), cela la gravidanza del suo secondogenito.
Negli Anni Cinquanta e Sessanta il lavoro di Freud è considerato scabroso. Lui, egocentrico bohémien, misogino, benestante donnaiolo, che gioca d’azzardo con l’amico Bacon, si muove in tutti gli strati sociali, rimane un osservatore distaccato e rivela schiettamente la fisicità della condizione umana. Suggerisce l’esperienza viscerale, psicologica ed emotiva di ciò che significa abitare un corpo, esaspera l’attenzione maniacale per i dettagli, e manipola con abilità la narrativa della vita sulla tela, in maniera disincantata e contemporanea.
IL CORPO SECONDO LUCIAN FREUD
Negli Anni Ottanta e Novanta Freud vira da superfici lineari elaborate a toccature finemente stratificate, su grandi tele, che danno maggiore visibilità alle figure nude e risolute. L’artista, basandosi sulla tradizione del XIX secolo del nudo non idealizzato, reinventa la ritrattistica con i suoi ritratti nudi, e contrappone la vulnerabilità emotiva alla nudità fisica. Limita i suoi soggetti circondandoli con l’apparentemente banale: le persone, gli animali, le cose che conosce e ama, lo studio e il letto (che ricorda quello dello psicoanalista). Ritrae ambienti intimi e mondi riservati, persone misteriose, nude o vestite, con gli sguardi persi nei loro pensieri. Riflessioni che si connettono alla loro soggettività, al percorso di vita e al decadimento umano: il corpo è il vettore e l’indice dell’individualità.
C’è molta sessualità nei corpi denudati, maschili e femminili, ma nessuna offesa al genere. Freud si smarca dalle reticenze del suo tempo per l’HIV, celebrando i corpi con i genitali ritratti con la stessa grazia con cui ritrae il vaso di fiori. Le forme della nudità dei corpi, flaccidi o anoressici, esprimono una libertà schietta e genuina, quella di un mondo emarginato dalla società conformista e borghese del tempo, ma che esprime la vitalità del corpo nella sua franchezza.
Cristina Zappa
Londra // fino al 22 gennaio 2023
Lucian Freud: New Perspectives
THE NATIONAL GALLERY
Trafalgar Square
https://www.nationalgallery.org.uk/
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