La strana storia del “pittore” dissidente. Michel Parmentier in mostra a Firenze
È un azzeramento della pittura quello messo in campo da Michel Parmentier, artista geniale e sregolato in mostra alla galleria Il Ponte di Firenze
È un progetto espositivo molto intenso, intimo e raccolto, ma anche di scoperta e valorizzazione, quello dedicato dalla Galleria Il Ponte di Firenze a Michel Parmentier (Parigi 1938-2000). Figura complessa e senz’alto meno nota, anzi ai più sconosciuto, rispetto a Buren, Mosset, Toroni, con i quali fondò e animò, dal dicembre 1966 a quello del 1967, il gruppo BMPT. Il gruppo nasceva con l’intento di affrontare la pittura in maniera razionale, privandola di qualsiasi orpello per mostrare una riflessione reale e disincantata di quell’essenza stessa di pittura che alimentava le speranze e le aspettative di una pratica “classica” ormai superata.
LA MOSTRA DI PARMENTIER A FIRENZE
Parmentier e il gruppo attuano, pertanto, un azzeramento radicale della pittura attraverso codici linguistici fortemente caratterizzanti le proprie pratiche, mediante l’adozione di strisce o quadrati, riportati sulla tela bianca e realizzati con colori puri.
Questa forte radicalizzazione portò Parmentier al ritiro dalla pittura dal 1968 al 1983, per poi tornare a produrre fino al novembre del 1999.
La mostra fiorentina presenta un gruppo di opere storiche realizzate a partire dagli Anni Sessanta, modificando il colore delle strisce ogni anno: blu nel 1966, grigio nel 1967, rosso nel 1968; per poi attraversare gli Anni Ottanta e Novanta con disegni e documenti che testimoniano il suo sregolato e a tratti geniale percorso artistico.
Gino Pisapia
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