A Piacenza due artiste contemporanee in dialogo con Sonia Delaunay
Meris Angioletti e Ulla von Brandenburg si misurano con la pratica artistica di Sonia Delaunay e provano a riscrivere in chiave contemporanea l’idea di suono, colore e spazio. Il tutto negli spazi dell’XNL
Meris Angioletti (Bergamo, 1977) e Ulla von Brandenburg (Karlsruhe, 1974) sono le due protagoniste della mostra Sul vestito lei ha un corpo, curata da Paola Nicolin nello spazio espositivo di XNL Piacenza. L’esposizione, allestita al piano terra del palazzo, offre nella prima stanza un’introduzione ai lavori storici di Sonia Delaunay, artista russo-francese incredibilmente attiva nella Parigi degli Anni Trenta. Le due artiste vengono chiamate a riflettere sul lavoro della Delaunay e sull’Atelier Simultané, una sorta di casa-studio che l’artista aveva trasformato insieme al marito in un centro artistico nevralgico sempre vivo, luogo di scambio e di relazioni tra artisti, pittori, poeti e musicisti del tempo.
“Questa idea per la mostra e questo invito esteso a Meris Angioletti e a Ulla von Brandenburg nascono da un desiderio, che è quello di raccontare un momento noto nella storia dell’arte ma che abbiamo ritenuto essere particolarmente interessante per una rilettura in chiave contemporanea. Lo spazio dell’atelier è un luogo straordinario di trasmissione dei saperi, di simultaneità e di condivisione”, dice la curatrice Paola Nicolin.
Meris Angioletti e Ulla von Brandenburg, Sul vestito lei ha un corpo, Installation view, 2020 – 2022, Courtesy le artiste e XNL Piacenza
LA MOSTRA DA XNL A PIACENZA
La mostra si apre con uno spazio che racchiude una selezione di dodici gouache su carta realizzate da Sonia Delaunay tra il 1923 e il 1932, proprio gli anni in cui il suo Atelier era estremamente attivo. Da questo punto zero si apre un grande spazio in cui le due artiste contemporanee lavorano con medium diversi e reinterpretano e rileggono i lavori dell’artista creando il loro atelier simultaneo. Meris Angioletti crea delle composizioni sonore che accompagnano lo spettatore lungo tutto il percorso della mostra. Un insieme di voci e di parole con ritmi e intensità diversi si fondono al lavoro di Ulla von Brandenburg, la quale invece propone l’installazione di enormi teli dipinti che ridisegnano l’intero spazio e su cui vengono proiettati tre film storici sperimentali. Attraversando la sala della mostra si formano sempre nuovi percorsi e lo spettatore è libero di vivere lo spazio in maniera naturale senza essere obbligato a un itinerario predefinito. È chiaro il riferimento al colore, al tessuto, alla texture, alla condivisione di sperimentazione e alla fusione tra suono, costume, teatro e arte visti come strumenti d’indagine sociale e psicologica. La mostra non si rifà a un progetto rigido e didascalico, ma al contrario è un racconto coinvolgente, colorato e carico di significato.
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Gloria Vergani
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