Italia-Spagna-Francia-Italia. Le reti dei pescatori diventano opere d’arte
È partito nel 2017 in Sicilia e vi ha fatto recentemente ritorno il progetto dell’artista siciliano Gandolfo Gabriele David che, per mezzo della performance, trasforma in rituale i saperi e le pratiche dei pescatori dei paesi che si affacciano sul mare. Un percorso narrato in una mostra in corso a Palermo
Parla di mare e dei popoli che lo vivono e lo attraversano Lur Sareak/Reti di Terra, progetto dalla natura concettuale e geografica visceralmente mediterraneo, dell’artista e performer Gandolfo Gabriele David (Polizzi Generosa, PA, 1968), partito nel 2017 dall’isola di Ustica in Sicilia e approdato negli anni seguenti nei Paesi Baschi – nella città di San Sebastian – e nella francese Sète, in Occitania. Un progetto che è un viaggio reale e figurato alla scoperta di terre diverse eppure sorelle, accomunate da reti fatte di relazioni, tradizioni, storie. “L’arte”, spiega David, “non può cambiare lo status quo ma può porre domande e scardinare prospettive e visioni obsolete per far riflettere sulle emergenze attuali. La materia stessa delle opere diventa portatrice di messaggi destinati a sensibilizzare sulla complessità del momento che stiamo vivendo”.
IL PROGETTO LUR SAREAK/RETI DI TERRA DI GANDOLFO GABRIELE DAVID
Reti di terra, dopo la tappa di Ustica, San Sebastian (nel 2019) e Sète nel settembre 2022 in occasione del Festival Sète-Palermo, ha adesso fatto tappa nel capoluogo siciliano, con una mostra in corso nella sede dell’Istituto Cervantes – all’interno dei suggestivi spazi della Chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, nel cuore della Vucciria – che ripercorre le Reti di Terra già costruite da David nei capitoli precedenti: opere realizzate ripercorrendo gesti e movenze tipici dei pescatori quando utilizzano le reti in mare, una sorta di rituale che l’artista ha appreso direttamente da loro durante i periodi di residenza condotti nelle località coinvolte. Ciò che emerge è il senso di comunità, e di consapevolezza che le similitudini sono più forti delle differenze, dando così vita a una grande rete che nel corso degli anni ha unito Italia, Spagna e Francia. Il rituale appreso da David si trasforma così in performance, che l’artista ha realizzato nelle diverse tappe del progetto coinvolgendo il pubblico, da cui nascono poi opere che coniugano gesto, materia: dopo aver imbevuto le reti di colla e terra – quest’ultima proveniente da San Sebastian e portata e offerta anche dalle persone che prendono parte alla performance –, David le getta più volte su una tela posta sul suolo, dando vita a immagini sempre diverse e cariche di forza espressiva.
LA MOSTRA DI GANDOLFO GABRIELE DAVID A PALERMO
L’esposizione presso l’Istituto Cervantes di Palermo – a cura di Federica Fruttero – rientra nell’ambito della tappa palermitana del Festival Sète-Palermo, a sua volta tra gli eventi della terza edizione di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo. Un progetto, questo, in cui “la performance riacquista potere man mano che il significato si costruisce in relazione all’esperienza personale”, scrive Lori Adragna nel testo critico. “L’azione ha già una sua forza quando l’artista con una torsione del busto solleva la rete prima di lanciarla, rievocando gesti millenari dei pescatori, ma la potenza esplode quando la tela ne cattura l’impronta. Lanciare la materia a distanza sulla tela, come fa David con le sue reti impregnate di soluzione terrosa e un pizzico di colla (ingrediente segreto dell’artista), fa sì che essa diventi memoria atavica e desiderio di allargare il campo magnetico dell’opera attraverso l’introduzione del caso. Il contesto quotidiano si trasforma in scena e l’azione dell’arte in rituale”.
Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati