Il lato intimo della pittura nella mostra di Giovanni Iudice a Modica
Parla di Mediterraneo e di Sicilia la pittura di Giovanni Iudice, che parte dal corpo e dallo sguardo per dare forma ai suoi soggetti. L’Ex convento del Carmine di Modica gli dedica una mostra
Per i trent’anni di attività di un pittore siciliano tra i più noti, a Modica arriva una monografica all’Ex convento del Carmine. Giovanni Iudice (Gela, 1970) è giustamente conosciuto per le sue marine acriliche dove il blu profondo del Mediterraneo è contornato da spiagge occupate da corpi di gruppi di bagnanti ritratti in maniera realistica, con forme poco idealizzate eppure sempre sensuali. La critica, per spiegare la sua pittura, ha fatto spesso i nomi di Fausto Pirandello e Piero Guccione. Ma la luce nelle marine di Iudice perde ogni idea di assoluto. Il mare è dipinto e ridipinto o forse, per meglio dire, disegnato e ridisegnato a pennello. C’è nel sicilianissimo Iudice pure un riferimento al realismo sociale di Guttuso, ma non la componente ideologica e declamatoria. Questo sebbene le sue marine dal 2007 abbiano cominciato a essere frequentate da personaggi assai meno vacanzieri di quelli precedentemente ritratti: Umanità, un grande olio del 2011 poi esposto alla Biennale di Venezia, ritrae bagnanti non tradizionali, quelli giunti malconci dall’altra sponda del Mediterraneo.
LA MOSTRA DI GIOVANNI IUDICE A MODICA
C’è un altro aspetto, forse il principale, che questa mostra ha il merito di mettere in rilievo: perché qui i soggetti intimi della pittura di Iudice giustamente abbondano. Questa serie di lavori è stata sino a oggi poco considerata da chi si è occupato del suo lavoro. Eppure è un aspetto che risulta preponderante tanto nei suoi olii che nelle sue matite, altra tecnica per cui l’artista si distingue. A partire dal 1995 Iudice lavora su una serie di nudi ritratti in stanze senza alcuno charme o in giardini domestici casuali, come ne puoi trovare a migliaia sull’isola. La forza seduttiva di queste figure sta tutta negli sguardi: né la postura e nemmeno le forme di corpi comunque bellissimi risultano mai disturbarli.
Aldo Premoli
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