Fuggire dall’ordinarietà. La mostra di Diego Gualandris a Roma
Evadere dalla normalità approdando in una dimensione onirica. Fumosi vortici, figure alate e divani volanti diventano una traccia tangibile di portali e varchi immaginari da dover attraversare nelle opere di Diego Gualandris, in mostra da Ada Project a Roma
“È l’una del mattino”, scrive Basile Dinbergs nel testo di accompagnamento alla mostra Escape from Regina Coeli, di Diego Gualandris (Bergamo, 1993), ospitata negli spazi di Ada Project a Roma. “Piove a catinelle sui sanpietrini di una viuzza a sud di Trastevere. Il tombino si solleva esitante e scivola sul pavimento facendo risuonare i muri di mattoni. Due sagome emergono e rimangono ferme in piedi per un attimo, senza muoversi, poi lentamente se ne vanno”. Ed è proprio assieme a queste due figure che si parte alla scoperta dei colorati meandri pensati dal pittore bergamasco, fuggendo da una Capitale ordinaria in sella a un sofà motorizzato ed entrando in una stanza animata da figure ambigue.
DIEGO GUALANDRIS IN MOSTRA A ROMA
Un divano malconcio occupa gran parte della sala espositiva. Tagli, ammaccature e marmitte fiammanti lo trasformano in una vera e propria automobile che, invece di bruciare l’asfalto di Roma, sfreccia in nubi vaporose. In questa dimensione sognante, a prendere vita sono le grandi tele disposte sulle pareti. Ognuna, come un portale, apre varchi vertiginosi per una città altra, che si trasforma e si anima di macellerie-cabaret con pappagalli parlanti e personaggi in pigiama-smoking. Quadri, immagini e frammenti di epigrafi si fanno volumi, creature alate e senza volto intente a ballare un valzer caotico. Un movimento circolare che verte in un luminoso orizzonte, talmente accecante da perdere qualsiasi punto di riferimento.
Valentina Muzi
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