Simmetria e colore. La mostra di Ian Davenport a Milano

I dipinti su allumino e le opere su carta di Ian Davenport in mostra da Luca Tommasi a Milano sono il frutto del periodo pandemico. Tra lockdown, solitudine e necessità di far fronte a qualcosa che non si può controllare

La riflessione su un momento di solitudine, in cui ci specchiamo e osserviamo noi stessi: è questo il focus di Mirrors, la personale dell’artista britannico Ian Davenport (1966) da Luca Tommasi a Milano. La mostra riunisce un’inedita serie di dipinti su alluminio e opere su carta che evocano l’isolamento e la solitudine vissuti da ciascuno di noi durante il periodo di pandemia. L’artista è stato ispirato dal lockdown globale. “Poco prima che scoppiasse la pandemia nel marzo 2020, ho iniziato a realizzare alcuni nuovi dipinti nel mio studio che esploravano l’idea di simmetria e specchiamento. Per questo li ho chiamati ‘Mirror Paintings’. Questa idea di specchiamento e riflessione sembra essere particolarmente appropriata, dato che così tante persone hanno trascorso molto tempo isolate, disconnesse l’una dall’altra, ricavando del tempo per riflettere sulle proprie vite frenetiche”.

Ian Davenport. Mirrors. Exhibition view at Luca Tommasi Gallery, Milano 2023

Ian Davenport. Mirrors. Exhibition view at Luca Tommasi Gallery, Milano 2023

LE OPERE DI IAN DAVENPORT A MILANO

La serie di dipinti su alluminio e opere su carta di Ian Davenport si innestano nel solco della simmetria e del colore. L’artista realizza vibranti superfici pittoriche dove colature di colore cascano e si fondono in seducenti “pozzanghere” al fondo dei dipinti. Guardando i lavori di Davenport all’interno degli spazi ordinati della galleria milanese, si comprende il concetto di specchiamento che l’artista ha voluto rappresentare. Si tratta di opere in cui è facile immergersi. I dipinti invitano a una riflessione su noi stessi, e la simmetria sempre presente nelle opere ci aiuta a recuperare una centratura e un equilibrio interiore.
I dipinti colorati e le forme semplici di Davenport raccontano di un mondo materiale, uno spazio in cui l’uomo non può intervenire ma può solo assistere agli eventi e trovare un senso a ciò che accade intorno a lui. In galleria incontriamo casualmente anche Lóránd Hegyi, storico dell’arte, scrittore e curatore che ha seguito la mostra e che nel saggio introduttivo racconta: “Se la potente sensualità e l’accattivante matericità della struttura del colore attirano l’interesse dello spettatore sulla concretezza della realtà pittorica e tendono ad eliminare ogni ambito connotativo, c’è la forte capacità evocativa del dipinto che indica spazi virtuali per l’immaginario culturale”.

Gloria Vergani

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