L’umanesimo digitale di Massimo Grimaldi in mostra a Milano

Riflette sulle conseguenze e i rischi di una società ipertecnologica l’arte di Massimo Grimaldi, in mostra alla Galleria Zero… di Milano con una serie di slideshow digitali

È una collisione tra immagini e vita quella evocata dalla mostra Tomorrow’s Iridescence di Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) alla Galleria Zero… di Milano.
Grandi schermi proiettano reportage fotografici umanitari o naturalistici. Al primo piano una selezione di reportage non documentaristici: contesti che sono ricordi, scene di vite lontane, natura incontaminata e personaggi senza nome. Una mescolanza di scatti che rimandano a etnie e luoghi privi di ogni attributo superfluo e aprono a un’interpretazione confusa dinnanzi a panorami e figure dalla seduzione semplice, che intendono smitizzare la realtà.
Dedicatosi per anni a progetti per Emergency in diversi Paesi (dall’Afghanistan al Sudan), Grimaldi concepisce flashback, sequenze di immagini che provocano nostalgia verso persone malate o perdute, mescolate a sketch di film, luoghi inesplorati e tempi trascorsi.

Massimo Grimaldi, Wordless Letter (Flores), video su doppio schermo, 8’, 2022, installation view di “Tomorrow’s Iridescence”, ZERO… Milan, 2022

Massimo Grimaldi, Wordless Letter (Flores), video su doppio schermo, 8’, 2022, installation view di “Tomorrow’s Iridescence”, ZERO… Milan, 2022

LA MOSTRA DI MASSIMO GRIMALDI A MILANO

In mostra a Milano paesaggi di Flores (Azzorre), di Ifakara (Tanzania) e di una Venezia deserta durante la pandemia, che secondo l’autore intendono comunicare “la speranza di un futuro iridescente che vada oltre l’atopia del reale”.
Grimaldi si è fatto conoscere anche per “aver nullificato l’arte” a favore di un contenuto sociale ed etico con un proprio intervento prammatico che va oltre l’estetica, allorquando, vincitore del premio MAXXI duepercento (2010), destinò l’intera somma di 700mila euro non alla realizzazione di un’unica opera d’arte, ma alla costruzione dell’Emergency’s Paediatric Centre a Port Sudan (progetto architettonico di Zaha Hadid) sulla cui facciata scorrono slideshow pertinenti alla fabbricazione e al suo contesto.
Al piano interrato della galleria, nel buio totale, lo spettatore si ritrova alla ricerca di un senso, nella confusione provocata dalle immagini virtuali degli iPad, che presentano allegorie deformate e storpiate di figure e utopie di corpi, senza genere né dettagli, un limbo di segni e significati.

Massimo Grimaldi, Figurine, slideshow on Apple iPad Air, 2022, installation view di “Tomorrow’s Iridescence”, ZERO… Milan, 2022

Massimo Grimaldi, Figurine, slideshow on Apple iPad Air, 2022, installation view di “Tomorrow’s Iridescence”, ZERO… Milan, 2022

ARTE, VITA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA SECONDO GRIMALDI

Il fare artistico di Grimaldi si manifesta in slideshow digitali, e ogni volta che la Apple lancia sul mercato un nuovo modello di computer o iPad adegua il supporto all’ultima innovazione tecnologica, dando prova della veloce obsolescenza della comunicazione nella società dei consumi.
L’edonismo e il conformismo diabolico delle immagini, qui senza attributi, sono destinati a un’eterna transitorietà, come quella del suo supporto. Frammentarietà e potenzialità dibattono nell’unica costante del loop digitale alla maniera supposta da Walter Benjamin e si aggrovigliano in turbini ammalianti alla maniera stigmatizzata da Jean Baudrillard.
La temporalità attraente ed estatica di Tomorrow’s Iridescence definisce in poche opere l’attitudine pittorica digitale di Grimaldi e ci trasmette una temporalità apprensiva, che prelude a un futuro vertiginoso in cui l’estetica umana potrebbe coesistere, anche ibridandosi, con quella delle macchine.

Cristina Zappa

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Cristina Zappa

Cristina Zappa

Di formazione classica, giurista con una laurea magistrale in diritto civile (Università Cattolica, Milano) e una laurea biennale in Arti visive e studi curatoriali (Naba, Milano). Come critica d’arte ha recensito articoli per D’Ars magazine e per Alfabeta 2, ha…

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