Artribune Podcast: Antony Gormley per Monologhi al Telefono
Nel nuovo episodio in lingua inglese di Monologhi al telefono, Donatella Giordano invita il grande artista britannico a raccontare il tema principale della sua ricerca
Il lavoro di Antony Gormley (Londra, 1950) indaga il paradosso che l’umanità vive attraverso il proprio corpo, da una parte integrato nell’ambiente reale, dall’altra ospite a occhi chiusi di uno spazio senza tempo e senza dimensioni. “Siamo oggetti isolati nello spazio, ma abbiamo anche una percezione interna dell’infinito”, dichiara l’artista nel suo monologo. Le opere di Gormley sono presenze dalla forma umana, pretesti che l’artista immagina come opportunità offerte all’osservatore: “Io creo un carapace, una nuova pelle che ricopre il corpo umano nello spazio, ma voglio che venga immaginato nell’oscurità” – continua, intendendo l’oscurità come una condizione primordiale e ultraterrena. All’opera d’arte si affida dunque il compito di suscitare domande sul futuro.
L’INCONTRO TRA FONTANA E GORMLEY A VENEZIA
La recente mostra Lucio Fontana/Antony Gormley, curata da Luca Massimo Barbero e inaugurata al Negozio Olivetti in occasione della 59° Biennale di Venezia, ha messo in dialogo due artisti che hanno definito nel tempo una nuova “prospettiva cosmologica”, che collega il corpo a una dimensione superiore. La scultura di Antony Gormley “utilizza il palpabile per stimolare ciò che è intelligibile”, come ribadisce lui stesso nel monologo. Un processo simile a quello di Fontana che “si è avvicinato a tutto ciò affrontando la membrana della rappresentazione per rivelare l’oscurità dello spazio più profondo”. Gli ambienti progettati da Carlo Scarpa hanno contribuito a creare cortocircuiti ortogonali su più livelli.
LA RISPOSTA DI GORMLEY AGLI STUDENTI DELL’IMPERIAL COLLEGE DI LONDRA
Nel 2022, l’Imperial College di Londra installa un’immensa scultura di Gormley in acciaio alta sei metri che provoca numerose polemiche tra gli studenti universitari. Il movimento studentesco dichiarava che la scultura avrebbe potuto “danneggiare l’immagine e la reputazione del College” a causa di un elemento dalla forma ambigua riconducibile a un simbolo fallico. Nel suo monologo l’artista chiarisce la sua posizione descrivendo il lavoro da un punto di vista dinamico e analizzando anche l’aspetto relativo alla sostenibilità: “La nostra specie riuscirà a sopravvivere senza causare altri danni terribili a creature che non sono umane oppure saremo la causa della nostra stessa eliminazione?”
Ascolta “Antony Gormley – Monologhi al Telefono di Donatella Giordano” su Spreaker.
IL RUOLO DELL’ARTE NELLA SOCIETÀ
Analizzando l’arte nella prospettiva del contributo umano su questo pianeta, l’artista espone una riflessione legata al concetto di autodeterminazione, intendendo questa come una condizione necessaria per creare “un mondo più equo, più condiviso, più equilibrato e un futuro che abbia queste caratteristiche”.
Donatella Giordano
(Interprete Alessandra Rantucci)
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