Sperimentare l’astrazione. A Milano la mostra di Emil Michael Klein
Ogni dipinto è l’inizio del successivo e la pennellata laboriosa di Emil Michael Klein si traduce in linee che pervadono la tela. La sua astuta astrazione va in mostra alla galleria Federico Vavassori di Milano
Intense linee blu e nere pervadono tenue tonalità dal beige al marrone nei dipinti su tela di lino o cotone realizzati nel 2022 da Emil Michael Klein (Monaco di Baviera, 1982; vive a Zurigo) in mostra presso la galleria Federico Vavassori di Milano. La novità è l’utilizzo dei colori a olio, mescolati dall’artista sulla tavolozza. Dipinti di vari formati e dimensioni sono esposti negli spazi della galleria, ben illuminati grazie alla luce naturale che entra dalle ampie porte finestre. Le tre sale accolgono nove opere, disposte accuratamente su pareti dipinte di bianco candido. Un allestimento che rispecchia il senso di precisione ritrovato nelle opere di Klein.
LA MOSTRA DI EMIL MICHAEL KLEIN A MILANO
L’arte di Klein è difficilmente collocabile in uno spazio-tempo preciso. Ed è proprio questo aspetto che la rende particolare. La sua pittura, seppur composta da pochi elementi, è complessa da comprendere. Questo perché Klein ci mette davanti a un’astrazione astuta, definita tale dallo storico dell’arte Daniel Horn. Un’astrazione che non siamo soliti vedere, ostacolando così la possibilità di delineare punti comuni con altri pittori di questo genere. Klein è un artista a sé, caratterizzato da una tecnica ben distinta che nasce dal suo passato come intagliatore del legno. Questa è l’origine della sua pittura, non più strettamente legata a una precisa corrente, ma alla sovrapposizione che essa può avere con l’artigianalità. La sua precedente formazione da scultore del legno ha permesso una maggiore consapevolezza della materia e della tridimensionalità, affinando così il suo occhio e concependo dipinti come sculture lignee con altrettante stratificazioni e rimozioni. Klein dipinge il bianco più e più volte su un’applicazione iniziale di fondo nero o blu scuro.
LA PITTURA DI EMIL MICHAEL KLEIN
I dipinti precedenti costituiscono l’origine del successivo, legati tra loro da una sorta di cordone ombelicale, come se tutte le sue opere facessero parte di una rete. Attraverso un processo di costante duplicazione, si ha il presentimento che alcune di queste linee continuino in uno spazio a noi sconosciuto, un proseguimento impercettibile e invisibile. Dove finiscono queste linee venose? Secondo il celebre artista Peter Fischli, la sensazione è che queste linee lascino la tela approdando in un universo parallelo, per poi essere nuovamente rispedite sulla superficie della tela stessa.
Sole Castelbarco Albani
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