Un’autopsia di corpo ed emozioni nella mostra di Henrik Olesen a Torino
Introspezione e denuncia delle norme sociali sono gli ingredienti delle nuove opere di Henrik Olesen in mostra alla galleria Franco Noero di Torino
La pratica artistica di Henrik Olesen (Esbjerg, 1967) è caratterizzata da lavori concettualmente rigorosi e ricchi di riferimenti legati alla subcultura gay, alla costruzione dell’identità, alla storia dell’arte. In Walls, Olesen compie un viaggio introspettivo grazie al nuovo corpus di lavori murali creato appositamente per gli spazi della galleria Franco Noero a Torino e concettualmente ispirato a L’homme ouvert, l’autopsie di Jean Fautrier.
LA MOSTRA DI HENRIK OLESEN A TORINO
Olesen avvia un’investigazione sul proprio corpo, in particolare sul sistema digestivo, e su come questo sia legato indissolubilmente ai suoi stati emotivi come l’ansia, la tristezza e l’inquietudine. Investigazione che trova riscontro anche nella struttura architettonica della galleria stessa, modificata affinché l’artista potesse evocare una sorta di percorso attraverso il suo corpo e le sue emozioni.
I TEMI DI OLESEN IN MOSTRA ALLA GALLERIA NOERO
Olesen, in questa occasione, utilizza per lo più tele e pannelli di masonite che accolgono informazioni testuali ‒ scritte a mano su nastro adesivo come in Negative-Positive Organs (2022) ‒ e materiali della quotidianità accostati a colori vividi a olio, liquidi scuri, addensanti e vernici adesive che danno un aspetto più plastico e materico alle opere. Anche in questo caso l’artista non si esime dal denunciare le norme familiari, culturali e sociali dettate soprattutto da chi vede l’identità di genere come un nemico verso cui provare terrore e sdegno.
Giulia De Sanctis
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