Futuro Antico. Intervista al gallerista Massimo De Carlo
Con sedi a Milano, Londra, Hong Kong, Parigi e Pechino, la galleria di Massimo De Carlo è un punto di riferimento in Italia e non solo. Abbiamo chiesto allo storico gallerista di spiegarci come vede il futuro
Nel 1987 Massimo De Carlo apriva a Milano la sua galleria, definendo un approccio specifico al mestiere di gallerista, definito da lui stesso un “sismografo”. Ma come vede il futuro un decano dell’arte italiana?
Massimo De Carlo. Photo Pasquale Abbattista
Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
All’arte sono arrivato attraverso la musica jazz d’avanguardia che ho scoperto da adolescente. Un viaggio a New York è stato poi rivelatorio delle connessioni tra la musica e le arti visive e soprattutto del potere delle relazioni privilegiate con gli artisti.
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Render, il bisettimanale sulla rigenerazione urbana Nuovi progetti, tendenze, strategie virtuose, storie da tutto il mondo, interviste e molto altro.
Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Qualche tempo fa, per ragioni d’archivio, abbiamo ricostruito tutto il percorso della galleria, dalla sua fondazione nel 1987 a oggi. Centinaia di mostre e progetti speciali, interventi monumentali e gesti quasi invisibili: gli artisti sono stati capaci negli anni di mostrarmi sfaccettature diverse della galleria e perfino indicare altri modi di fare galleria. La galleria nel suo complesso è ciò che mio rappresenta di più – come tramite per fornire una voce agli artisti. Ho aperto per sfida in un momento in cui era avventuroso proporsi sul mercato e sono stato costretto per qualche tempo a mantenere la mia occupazione di farmacista di notte. Una genesi simile a quella di altri della mia generazione, galleristi di un mondo – senza alcuna nostalgia – che assomiglia ben poco a quello che vediamo oggi nel sistema dell’arte.
Jean Marie Appriou, Ophelia, 10.10.2022 – 12.11.2022, MASSIMODECARLO London. Foto di Todd White Art Photography. Courtesy MASSIMODECARLO
Che importanza ha per te il Genius Loci all’interno del tuo lavoro?
Da tempo ormai con la galleria siamo impegnati nella ricerca di spazi straordinari la cui architettura e la cui storia possano fornire ulteriori spunti d’ispirazione per i nostri artisti. Ne è un esempio unico Casa Corbellini-Wassermann, quartier generale della galleria a Milano, che con le sue geometrie e i suoi marmi è partecipe delle mostre; ma anche la mia nuova galleria di Londra, in Clifford Street, in un edificio del XVIII secolo, è caratterizzata da decorazioni e colori tipici di una Londra antica. A Hong Kong con il Tai-Kwun e a Parigi in rue de Turenne tutti gli spazi della galleria sono un antidoto alla qualità anestetica del cubo bianco che uniforma e normalizza. Il Genius Loci è un valore identitario per la galleria.
Kaari Upson, Clay Baby (m.l.), 09.02.2021 – 05.03.2021, MASSIMODECARLO PIÈCE UNIQUE, Paris. Foto di Thomas Lannes. Courtesy MASSIMODECARLO
PASSATO E FUTURO SECONDO MASSIMO DE CARLO
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Leggiamo il passato con la lingua del presente per cui è inscindibile dalla prospettiva sul futuro. Il futuro dunque non può che avere un cuore antico, ma il cervello deve raccogliere gli stimoli del presente – il gallerista è un sismografo, sintetizza lo spirito del tempo attraverso la voce degli artisti.
Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Maurizio Cattelan una volta ha detto: “Conosco un gallerista cieco, ma non potrebbe esistere un gallerista sordo”. Con la sua proverbiale capacità sintetica indica molto bene la strada: tenere le orecchie aperte, oltre che gli occhi.
Sanford Biggers, The Extinction Agenda, 05.05.2022 – 04.06.2022, MASSIMODECARLO Hong Kong, Courtesy MASSIMODECARLO
In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Riconosco la sacralità in alcuni luoghi straordinari, religiosi e non. L’Abbazia di Chiaravalle, la Rothko Chapel, il Kolumba Museum per me sono esperienze uniche e irrepetibili in cui l’arte e l’architettura sono capaci di guidare l’uomo e il pensiero. Nella mia attività cerco di superare la post verità, rimettendo l’opera d’arte al centro del dibattito, eliminando il rumore bianco che troppo spesso la oscura. È quello che facciamo con MASSIMODECARLO Pièce Unique, a Parigi: una sola opera alla volta, in uno spazio piccolo per scelta, visibile ventiquattro ore su ventiquattro, senza opening, senza cene celebrative, senza narrazioni retoriche.
Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Se il presente fino all’altro giorno era da considerarsi liquido, il futuro è sempre di più gassoso, immateriale e le domande sono sempre più in balia delle nuvole che di volta in volta si addensano sulla contemporaneità. Di sicuro dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il pianeta: è già un’urgenza, ma dovremo cambiare tutti il nostro stile di vita, niente scaricabarile. E poi in un’economia sempre più polarizzata dovremo utilizzare ancora di più la tecnologia per espandere il dialogo e la riflessione ad attori laterali al sistema dell’arte così da arginare ulteriori elitarismi.
Ludovico Pratesi
https://www.massimodecarlo.com/
https://www.spaziotaverna.it/
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