Un nuovo luogo da abitare nella mostra di Francesco Surdi a Palermo
Disorienta lo sguardo e al tempo stesso evoca nuove dimensioni in cui vivere e abitare la mostra di Francesco Surdi negli spazi di Haus der Kunst a Palermo
È indiscutibile come ogni occhio veda differentemente da un altro ciò che ha davanti. Questo fattore apre a svariate considerazioni filosofiche sul mondo osservato e sul modo di viverlo. Ma cosa accadrebbe se questi modi differenti di vedere diventassero ognuno punto di diffrazione per generare un mondo unico che li contenga tutti?
La mostra OCCHIO OCCHI di Francesco Surdi (Partinico, 1986) nello spazio Haus der Kunst di Palermo propone un paesaggio costituito da corpi e immagini che si relazionano tra loro, creando una dinamica di trasposizione materica, al fine di genere un luogo abitato e da abitare.
Il lavoro di Surdi è frutto di quattro anni di ricerca, periodo in cui le produzioni non vengono legate all’eventualità, bensì all’intenzione di materializzare un archivio visivo i cui segni testimonino le relazioni umane. In questo modo i disegni dell’artista italo-americano – frutto di mescolanze visive – sfidano la bidimensionalità per invadere lo spazio e abitarlo.
LA MOSTRA DI FRANCESCO SURDI A PALERMO
La parola gioca un ruolo fondamentale nella mostra di Francesco Surdi, utilizzata non soltanto come segno di quell’archivio di relazioni umane, ma come segno ottico per confondere la vista. È così che aneddoti, frasi dialettali, poesie e massime servono a creare una matrice disorientante, ma all’interno della quale è possibile rintracciare quelle forme grafiche e materiche con le quali l’artista stabilisce i confini di un nuovo mondo in cui vivere e dove già risiedono astratte entità.
Mario Bronzino
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