Il Salento e l’arte contemporanea. Le novità di Kora

Sono tante le realtà salentine impegnate nella promozione dell’arte contemporanea. Una su tutte è KORA, ma qui ve ne presentiamo altre. Per sfatare il mito del Salento come mera destinazione turistica estiva

In Salento, quando il chiasso dei turisti si spegne, si alzano le voci delle persone che costruiscono cultura ‒ e si sente perfino il rumore dell’acqua.
Non si direbbe, ma qui la pioggia in inverno c’è, e la cultura in Salento è proprio come la sua acqua: sapientemente gestita e distribuita in tutto il territorio, come un bene prezioso e di tutti. Sono tantissime le iniziative che inondano questa regione, provata dalle sfide della Storia e dagli errori umani, come la strage del batterio Xylella, che ha distrutto ettari di uliveti, e con essi l’economia e l’identità della zona. Ma visitare il Salento in inverno permette di scoprirne il carattere coraggioso e tenace al di là delle tragedie e del turismo di massa. È una forza che parte dalle associazioni e amministrazioni locali, che qui, a differenza di altre regioni d’Italia, collaborano anziché scontrarsi, con l’obiettivo di costruire un tessuto sociale consapevole e attivo.

Matteo Pizzolante, Sapeva le forme delle nubi, photo Alice Caracciolo

Matteo Pizzolante, Sapeva le forme delle nubi, photo Alice Caracciolo

LA STORIA DI KORA ‒ CENTRO DEL CONTEMPORANEO

L’emblema di tutto ciò sta in un piccolo Comune in provincia di Lecce: Castrignano de’ Greci. Qui sorge KORA ‒ Centro del Contemporaneo, che in soli due anni è diventato il cuore di una rete di iniziative artistiche che si propagano in tutto il Salento con collaborazioni che coinvolgono enti pubblici e privati.
Oggi KORA è un hub culturale che organizza mostre, seminari, concerti e servizi, tra cui un bookshop ricco di pubblicazioni divulgative e artistiche curato da Laura Gigante, un bar e una biblioteca che ingloba anche quella Comunale ‒ fino a ora in stato di abbandono. La biblioteca è gestita con passione da Ada Facchini, che organizza attività educative in collaborazione con le scuole, per avvicinare i giovani alla lettura e all’arte. Questa è infatti la missione di KORA: integrarsi e interagire con la comunità locale, ascoltando il territorio e coinvolgendo gli abitanti nelle attività.

KORA, Parla del tuo villaggio, photo Alice Caracciolo

KORA, Parla del tuo villaggio, photo Alice Caracciolo

IL PROGRAMMA ESPOSITIVO “PARLA DEL TUO VILLAGGIO”

È proprio da questi presupposti che nasce la programmazione espositiva Parla del tuo villaggio, incentrata sul tema dell’abitare e in particolar modo l’abitare e il fare cultura nelle terre estreme, remote, isolate dai grandi centri di produzione del contemporaneo. Proprio come delle isole, i tanti paesi d’Italia sono spesso centri vivi, pulsanti di idee. L’attenzione dei curatori Paolo Mele e Claudio Zecchi è rivolta al potenziale delle piccole comunità, dove la spinta creativa è forte. Il titolo è una citazione del poeta russo Lev Tolstoj ‒ “Se vuoi essere universale parla del tuo villaggio”, ossia: prendersi cura di una piccola comunità significa prendersi cura dell’essere umano, di ogni essere umano, che anche nei luoghi più marginali ha un potenziale creativo, critico e culturale.
Ispirandosi a due testi che gravitano intorno a questi temi ‒ Utopie realizzabili di Yona Friedman e Aldilà delle isole galleggianti di Eugenio Barba ‒, il progetto espositivo in tre tappe include sia dei laboratori che una mostra di artisti internazionali con opere temporanee e permanenti, come ad esempio la scritta al neon Parla del tuo villaggio del duo Bianco-Valente. Ed è in corso, fino al 16 aprile, il secondo dei tre capitoli, una mostra con installazioni di Ruth Beraha, Filippo Berta, Carlos Casas, Luigi Coppola, Giuseppe De Mattia, Alessandra Eramo, Roberto Fassone, Riccardo Giacconi, Ugo La Pietra, Andrea Nacciarriti, Theodoulos Polyviou e Alfatih.
KORA ha poi lanciato un programma di residenze d’artista, A Sud di Marte, in collaborazione con Fondazione Elpis. La prima è stata con Martina Melilli e si è appena conclusa la mostra della seconda, quella di Matteo Pizzolante, artista pugliese di base a Milano.

KORA, festival Ogni altro suono, photo A. Lazoi

KORA, festival Ogni altro suono, photo A. Lazoi

LE COLLABORAZIONI DI RAMDOM

Ramdom non si ferma a Castrignano de’ Greci, ma espande le sue collaborazioni con il territorio, come ad esempio il festival La sete e l’orecchio in collaborazione con il Museo Castromediano di Lecce, che, partendo dal ruolo cruciale dell’acqua in questo territorio, ne esplora i significati simbolici. Luogo cardine del particolare sistema idrico pre-medievale è il Parco delle Pozzelle, con serbatoi ipogei (fréata in griko, la lingua greco-italiota parlata nella Grecia Salentina) che sono già stati scenario di performance artistiche. Al festival hanno partecipato artisti di calibro internazionale come Rossella Biscotti, che ha fatto risuonare antiche anfore. Un altro esempio di collaborazione con enti locali è la residenza di Raghad Saqfalhait al Museo della Ceramica di Cutrofiano, dove l’artista ha lavorato con i materiali e la natura del luogo. E ancora, KORA organizza il festival di musica Ogni Altro Suono, in collaborazione con il Conservatorio musicale di Lecce “Tito Schipa”, in cui la sperimentazione contemporanea dialoga con la tradizione musicale popolare.
Nel Salento la materia si trasforma in suono: ne è un esempio il lavoro di Antonio de Luca, artista che ha realizzato un giardino sonoro a ridosso di una cava, proprio lì dove viene estratta la famosa pietra bianca leccese. De Luca ha creato un carillon a cielo aperto: tanti “nidi sonori”, come li chiama lui, fatti con la pietra e oggetti di recupero, che intercettano il vento e suonano, posizionati sopra gli ulivi seccati dalla Xylella ‒ che così tornano a vivere e integrarsi con il paesaggio, con un nuovo ruolo di cantori.

Palazzo Luce, Lecce

Palazzo Luce, Lecce

LINEA, SPAZIO SU, CANI, PROGETTO E PALAZZO LUCE

Tante altre realtà compongono questo coro di voci salentine che racconta e diffonde cultura. C’è Linea, scuola di alta specializzazione su fotografia e immagine contemporanea e spazio espositivo, fondata nel 2020 da Alice Caracciolo; c’è Spazio Su, un piccolissimo project space creato proprio “su per le scale” dell’abitazione privata dei fondatori Grazia Amelia Bellitta e Gianni D’Urso; c’è Cani, residenza d’artista in mezzo agli uliveti fondato da Ambra Abbaticola e Marco Vitale. E c’è infine Progetto, fondato dall’artista Jamie Sneider, americana trapiantata in Puglia cinque anni fa per fare degli studi sul tarantismo nel Sud Italia. Qui ha trovato una comunità artistica ricchissima, che ha l’accolta e coinvolta in uno spirito di collaborazione raro. “Mi hanno colpito la storia e la natura di questi luoghi, che permeano e governano ogni attività culturale. Qui l’arte non è qualcosa di separato dal territorio”, racconta Sneider, che ha deciso di fondare, in un antico palazzo ebraico nel centro di Lecce, uno spazio dove ospitare artisti in residenza. L’ultima mostra è stata quella della emergente ma ormai famosissima Lydia Ourahmane. E se ancora la sete di contemporaneo non è placata, c’è un altro scrigno di tesori: Palazzo Luce, un tempo dimora di Maria d’Enghien regina di Napoli, è il progetto della collezionista Anna Maria Enselmi, che ha chiamato designer, artisti e architetti per trasformare il palazzo in una dimora di arte e design. Gio Ponti, Antonio Marras, Vanessa Beecroft, Francesco Jodice, Joseph Kosuth… tutto immerso in una luce naturale cinematografica.

Lucia Longhi

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Lucia Longhi

Lucia Longhi

Lucia Longhi (Treviso, 1986), laureata in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici (Università Ca’ Foscari di Venezia) con una tesi di estetica dal titolo “Maurizio Cattelan e i media”, è curatrice indipendente, contributing editor per riviste d'arte, e…

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