Trent’anni di Sharjah Art Biennale nel segno di Okwui Enwezor
Quindicesima edizione della Biennale dell’emirato arabo: dal 7 febbraio all’11 giugno 2023, un omaggio al curatore nigeriano prematuramente scomparso e ala sua riflessione sul postcolonialismo
Thinking Historically in the Present è un omaggio al compianto Okwui Enwezor, cui fu affidata la curatela dell’edizione 2021; cominciò a lavorarvi poco prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 2019; adesso, il curatore Hoor Al Qasimi riparte da dove Enwezor aveva lasciato: la Biennale sarà una riflessione sull’indagine critica del passato in epoca contemporanea attraverso il concetto di “pensare storicamente nel presente”, il cui metodo di lavoro si focalizza sull’intuizione e sull’incidenza. Come ha dichiarato Al Qasimi, “Grati a Okwui e all’ambizioso progetto intellettuale che ha concepito, stiamo organizzando una Biennale che si basa e onora la sua visione per sondare il ruolo passato, presente e futuro che le biennali e le istituzioni, tra cui la Biennale di Sharjah e la Fondazione, possono svolgere”.
Inoltre, questa edizione della Sharjah Art Biennale documenta l’importanza che documenta11 (con il suo radicale approccio al postcolonialismo) ha avuto nell’evoluzione della pratica curatoriale di Enwezor, e il suo rapporto nel tempo con la Sharjah Art Foundation (SAF) nelle vesti di visitatore, curatore e direttore.
LA BIENNALE DI SHARJAH 2023
Ospitata in ben 18 sedi disseminate su tutto il territorio dell’emirato di Sharjah (fra questi, edifici antichi, palazzi modernisti del Novecento e strutture di architettura contemporanea), oltre a omaggiare Enwezor, la 15a edizione della Biennale funge da punto di osservazione per la Biennale per riflettere sul suo patrimonio culturale e sulla sua influenza storica, sulle possibilità artistiche che ha consentito e sul suo ruolo nel collegare Sharjah al dibattito intellettuale e artistico transnazionale. Un’occasione, per questa istituzione culturale, per riflettere sul suo ruolo di ponte fra Oriente e Occidente, fra la cultura araba e quella europea, statunitense, e dell’area del “Mediterraneo allargato”. Per l’edizione 2023, la Sharjah Art Foundation (SAF) che organizza la Biennale) ha riunito oltre 150 artisti e collettivi provenienti da più di 70 Paesi; fra questi, Kader Attia, Hassan Hajjaj, Mona Hatoum, Lubaina Himid e Carrie Mae Weems; saranno esposte anche nuove opere appositamente commissionate dalla SAF, per riflettere sugli effetti persistenti del colonialismo, ad artisti quali John Akomfrah, Maria Magdalena Campos-Pons, Doris Salcedo, e Barbara Walker. Inoltre, alla grande mostra internazionale si affianca un programma di spettacoli teatrali e performance che vede impegnati, fra i vari artisti, anche Rachid Hedli, Tania El Khoury, The Living and the Dead Ensemble e Aline Motta.
LA SHARJAH ART FOUNDATION
Riconoscendo il contributo centrale e distintivo che l’arte apporta alla società, la Sharjah Art Foundation persegue la ricerca e la sperimentazione offrendo supporto ad artisti e professionisti dell’arte, fungendo al contempo da catalizzatore per la collaborazione e il dialogo culturale in Medio Oriente ma non solo.
Le iniziative principali della SAF includono la Sharjah Biennial, l’annuale March Meeting, residenze, sovvenzioni alla produzione, commissioni, mostre, ricerche, pubblicazioni e una collezione in crescita. I programmi educativi e pubblici della Fondazione si concentrano sull’educazione verso il ruolo centrale che l’arte può svolgere all’interno di una comunità, promuovendo un approccio partecipativo all’arte.
Attraverso la Biennale che si tiene dal 1993, la Sharjah Art Foundation ha commissionato, prodotto e presentato installazioni pubbliche su larga scala, mostre e lungometraggi di artisti da tutto il mondo, portando alla comunità locale un’ampia offerta di arte contemporanea, incontri, seminari e dibattiti che hanno coinvolto artisti da tutto il mondo.
Niccolò Lucarelli
https://sharjahart.org/biennial-15
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