Diego Marcon in mostra al Teatro Gerolamo di Milano con Fondazione Nicola Trussardi
Nel ventesimo anno di attività nomade per riattivare spazi dimenticati e luoghi inconsueti di Milano, la Fondazione diretta da Beatrice Trussardi riscopre l’ottocentesco teatro delle marionette della città. La mostra di Marcon a giugno
Da vent’anni, ormai, la Fondazione Nicola Trussardi, cura progetti artistici che invitano a scoprire luoghi inconsueti di Milano. Un’attività nomade che nel tempo ha concretizzato quell’idea di museo mobile che è alla base della programmazione ideata da Beatrice Trussardi e dal direttore artistico Massimiliano Gioni, capace di esprimersi anche durante la pandemia (con The Sky in a Room nella chiesa di San Carlo al Lazzaretto, nell’autunno 2020).
L’ATTIVITÀ NOMADE DELLA FONDAZIONE NICOLA TRUSSARDI
Anche l’ultimo progetto in ordine di apparizione – la mostra di Nari Ward al Centro Balneare Romano nel settembre 2022 – conferma l’intenzione di riscoprire e trasformare spazi dimenticati, strade, piazze, palazzi e luoghi simbolici della città, occupandoli temporaneamente con le opere di artisti contemporanei. Da quando, nel 2003, la Fondazione ha lasciato la sede di Palazzo Marino alla Scala per farsi itinerante, il progetto ha coinvolto, tra gli altri, Allora e Calzadilla, Maurizio Cattelan, Tacita Dean, Jeremy Deller, Agnes Denes, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal (nel 2021, allineata sulla stessa visione, è nata la Fondazione Beatrice Trussardi, per ampliare lo sguardo su scala internazionale). Ora, per celebrare il ventesimo anno di attività nomade, la Fondazione annuncia un nuovo intervento che prenderà forma dal 5 al 30 giugno, coinvolgendo Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985), protagonista con la sua prima antologica istituzionale in Italia al Teatro Gerolamo, in piazza Beccaria.
IL TEATRO GEROLAMO DI MILANO. LA STORIA
Lo spazio è un gioiello ottocentesco di Milano, teatro per marionette ribattezzato “piccola Scala” per il pregio dei dettagli architettonici, seppur tradotti in miniatura (in origine poteva ospitare 600 spettatori, con due ordini di palchi, un loggione e una platea); a progettarlo nel 1868 fu Paolo Ambrosini Spinella, ma ne curò la realizzazione l’impresa di Giuseppe Mengoni, che al tempo stava lavorando in Galleria Vittorio Emanuele, dove vent’anni fa è iniziata l’attività itinerante della Fondazione Nicola Trussardi. Il teatro deve il suo nome a Gerolamo della Crina, mitico personaggio protagonista delle storie di marionette già nel XVIII secolo, e all’inizio del Novecento, dopo un primo periodo di spettacoli in dialetto sotto la direzione di Giuseppe Fiando, divenne celebre per gli spettacoli di burattini dei Fratelli Colla; riscoperto da Paolo Grassi nel dopoguerra (del 1958 è la recita di Eduardo de Filippo), negli Anni Settanta sarà Umberto Simonetta a rilanciarne il ruolo come sede di una “scuola” neo-milanese. Dal 2017 il Teatro si presenta nella nuova configurazione seguita a un lungo intervento di restauro, curato dalla Società Sanitaria Ceschina: ridimensionata la sala, che oggi conta poco più di duecento posti a sedere, lo spazio offre anche una sala per conferenze, mostre e proiezioni, e una caffetteria, ed è a disposizione della città per l’organizzazione di eventi.
LA MOSTRA DI DIEGO MARCON AL TEATRO GEROLAMO
In questo contesto, Marcon allestirà i suoi film – video e installazioni – popolati di pupazzi, bambini e figure post-umane, tra melodramma ed effetti speciali. Lo straniamento provocato dalla rappresentazione all’interno del piccolo teatro di un’umanità agitata, intrappolata in azioni che si ripetono all’infinito, come nel meccanismo di un carillon, saprà evocare, nell’intenzione del curatore, i micromondi di Josep Cornell e le fantasie di Carlo Collodi e Lewis Carroll. Il 2023 vedrà però la Fondazione Nicola Trussardi protagonista di una programmazione più densa, in occasione del suo ventennale come realtà nomade. Si comincia ad aprile, in concomitanza con miart e l’Art Week milanese.
Livia Montagnoli
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