Il potere rigenerativo della natura al Museo della Montagna di Torino
Il nostro benessere dipende anche da quello delle altre specie viventi. A ricordarcelo sono gli artisti in mostra a Torino, autori di una riflessione consapevole sul legame fra essere umano e natura
The Mountain Touch è più di una mostra. È anche un progetto di ricerca che propone un viaggio esperienziale, arricchito da una serie di incontri per approfondire e sperimentare l’azione terapeutica e rigenerativa esercitata dagli ambienti naturali sull’essere umano. Non si tratta quindi di una generica mostra su arte e natura, ma di un’indagine articolata tra pratica artistica e ricerca scientifica. È questo l’approccio che Andrea Lerda persegue dal 2018, nel ruolo di curatore per l’arte contemporanea e programma sostenibilità del museo torinese.
LA MOSTRA AL MUSEO DELLA MONTAGNA
L’esposizione ospita una selezione di lavori legati secondo diverse declinazioni ai processi di interscambio tra essere umano ed elementi o contesti naturali, riletti alla luce della prospettiva scientifica di Federica Zabini e Francesco Meneguzzo, ricercatori presso l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale per le Ricerche. “Fu il professore Rober Ulrich, nel 1984, ad avviare le prime ricerche in tal senso, realizzando esperimenti volti a ‘misurare’ come l’esposizione a elementi naturali fosse un vettore per il recupero dello stress e per i processi di guarigione”, spiega Lerda nel ricco catalogo che accompagna la mostra. Dopodiché è stata proprio la recente pandemia da Covid, che ci ha costretti a riconsiderare il rapporto con gli ambienti in cui viviamo, a scatenare un interesse diffuso e stimolare nuovi studi sul tema.
GLI ARTISTI IN MOSTRA A TORINO
Cosa è “natura”, se anche noi ne facciamo parte? Sono soprattutto gli ambienti non artificiali, quelli dove prevalgono la vegetazione, i colori verdi e blu, la luce del sole, a influire positivamente sul nostro equilibrio psicofisico. Si scoprono allora risonanze con saperi e pratiche popolari antiche, come nel lavoro audio-video di Sara Berts, che insieme alla ricercatrice Giulia Villari indaga sull’efficacia di canti icaros e altre pratiche dei curanderos nella foresta amazzonica peruviana. O come nella ricerca di George Steinmann, incentrata sulla tradizione di rimedi naturali e metodi di cura omeopatica nella cultura alpina. Dalle proprietà curative delle piante officinali a quelle antidepressive delle sostanze volatili, contenute nelle rocce e nei suoli naturali, il percorso rivela invisibili fonti di benessere che solitamente ignoriamo. Materia primaria di Emanuela Ascari è un archivio di rocce e terreni che invita a riconsiderare l’elemento terra come ecosistema profondamente interconnesso all’attività umana e dunque custode di sapienza, cultura, storia. La terra suona di Paola Anziché è invece un paesaggio tessuto di forme organiche, un’architettura multisensoriale che l’artista invita ad abitare, dove l’utilizzo della cera e del modulo esagonale evocano l’alveare. Insetti strettamente legati all’essere umano da millenni, le api sono protagoniste di un altro lavoro in mostra, l’intensa installazione audio di Fernando García-Dory, in cui al suono da esse prodotto, che si ritiene abbia proprietà curative grazie alle sue frequenze, si sovrappone un coro di donne impegnate nella pratica tradizionale di “raccontare alle api” la morte di membri della propria famiglia. Completano il percorso altri interessanti lavori di Zheng Bo, Ruben Brulat, Alberto Di Fabio, Michael Fliri, Christian Fogarolli, Lucas Foglia, Nona Inescu, Marcos Lutyens, Andrea Nacciarriti, Peter Stridsberg.
The Mountain Touch ha il merito di mettere a fuoco un concetto di benessere non antropocentrico ma consapevole di quanto il nostro benessere dipenda da quello di tutte le altre specie viventi. La salute è una e passa dall’ambiente, ha recentemente ribadito l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il programma di incontri che accompagna la mostra proseguirà con il talk Icaros. La voce che cura che si terrà sabato 25 marzo e, a chiusura della mostra, un’attività di Shinrin-yoku (“bagno di foresta”) nella collina torinese, domenica 2 aprile.
Emanuela Termine
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