Gli artisti Susy Gómez e Alfredo Romano in dialogo a Torino
Alla galleria Giorgio Persano va in scena il dialogo fra Susy Gómez e Alfredo Romano: opere storiche e serie inedite creano un gioco di analogie e corrispondenze tra i due artisti, nel segno della pittura e del linguaggio scultoreo
Il piano nobile del Palazzo Scaglia di Verrua, sede torinese della galleria Giorgio Persano, ospita la mostra di Susy Gómez (Mallorca, 1964). L’esposizione si articola intorno a inedite fotografie di grande formato e a un’importante scultura storica, Via Nuova (1995-97), dalla quale trae il titolo la mostra.
Intorno alla sala, immagini di corpi femminili tratte da riviste patinate, ingigantite e stampate su alluminio, mostrano un evidente intervento pittorico volto a mascherarne alcune porzioni. Una soluzione mediante la quale l’artista cela forme e volti delle modelle in posa per costruire una riflessione sull’identità individuale e sull’iconografia del femminile.
Nucleo centrale della sala, due sculture auree si protendono una verso l’altra. La forma evoca la testimonianza di un corpo, quello della stessa Gómez, plasmato nella porcellana durante un’azione performativa. Le due metà, aperte e abbandonate come un morbido esoscheletro, sono ricoperte di una sottile patina oro, richiamando insieme le vestigia dell’originale matrice corporea e le icone femminili di retaggio antico.
Immobili e contrapposti, i corpi aurei sembrano scivolare l’uno sull’altro, creando uno snodo semantico tra le due sezioni della mostra.
LA MOSTRA DI ALFREDO ROMANO A TORINO
Al piano inferiore, nel giardino interno del Palazzo, si schiudono il secondo spazio della galleria e la mostra dedicata ai nuovi lavori di Alfredo Romano (Siracusa, 1948).
In aperto dialogo formale con la scultura di Susy Gómez sita al piano superiore, due panche unite da un segmento metallico emanano una litania sonora che si diffonde nello spazio, immergendo il visitatore in un’atmosfera carica di tensione spirituale.
Accanto a essa, un’opera storica e una serie inedita evocano la gloriosa decadenza delle due civiltà mediterranee greca e siciliana. Tre lavori pittorici su alluminio raccontano la Sicilia, terra d’origine dell’artista, dove il retaggio millenario, fatto di culture e poteri in costante ascesa e declino, si scontra con un presente sopraffatto dall’immobilismo e dai conflitti sociali. Le opere, sotto un denso strato di nero catrame, mostrano una pittura, superstite traccia di una storia occultata.
I drammi esacerbati dalle opere di Alfredo Romano trovano sollievo nelle musiche di Giuseppe Gavazza, le quali, sotto forma di tenui vibrazioni sonore, restituiscono finalmente loro una voce.
Barbara Ruperti
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