Una nuova opera nel parco di Villa Panza per i cent’anni del suo ideatore
Una importante scultura dell'artista statunitense Jene Highstein troverà posto nel parco della villa varesina, punto di riferimento internazionale per l'arte contemporanea. Un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo
Cent’anni di collezionismo e conservazione sono al centro delle celebrazioni di Villa Panza, la residenza varesina del celebre collezionista Giuseppe Panza di Biumo (23 marzo 1923 – 24 aprile 2010) custodita dal Fondo Ambiente Italiano, dove si raccoglie buona parte della gigantesca collezione del suo fondatore. In occasione del centenario dalla nascita del magnate, che cade il 23 marzo, è stata anche inaugurata una nuova, grande opera: la scultura Twelve Part Vertical Pipe Piece di Jene Highstein (1942 – 2013), che prenderà posto nel terzo settore del parco da oltre 30mila metri quadri della villa settecentesca giusto in tempo per le Giornate Fai di Primavera 2023.
VILLA PANZA, VARESE E IL FAI CELEBRANO GIUSEPPE PANZA DI BIUMO
“Sono sempre più contento che questa casa abbia raggiunto il suo ruolo identitario per la città di Varese”, ha commentato il presidente del Fai Marco Magnifico, affidando la cura dei beni collinari, montani e periferici alla nuova assessora alla Cultura della Lombardia, Francesca Caruso, in una delle sue prime uscite pubbliche. È infatti strettissimo il legame tra Varese, la Villa e Giuseppe Panza di Biumo, i cui eredi hanno donato solo pochi mesi fa un nuovo, folto corpus di opere che sono e saranno esposte in una serie di mostre, la prima delle quali, EX NATURA, è aperta fino a ottobre 2023. Panza di Biumo “ci ha insegnato a godere del bello, a ricercarlo senza seguire le mode, a non vivere per seguire un unico ideale e non aver paura di indagare il diverso”, ha dichiarato il nipote Pietro Caccia Dominioni. “Le sue scelte nell’arte e nella vita sono arrivate dopo la dittatura e l’esperienza da profugo e rifugiato, che l’hanno spinto a cercare nel nuovo la gioia e la pace. In Europa faticava a trovare questa libertà, perché l’arte era impregnata di ideologie e conservatorismo, mentre in America aveva trovato un margine di espressione artistica, sessuale e ideologica senza preconcetti. Di questo possiamo ringraziare il nonno, come famiglia e non solo. E grazie di aver lasciato aperto un presidio per la comunità e la città di Varese”.
“Questo è un compleanno molto particolare, importante per il mondo artistico ma soprattutto per l’intera città”, ha commentato il sindaco di Varese Davide Galimberti. “Il più grande dono di Giuseppe Panza è l’effetto di contaminazione culturale creato con questo luogo, che è è sempre più un punto di riferimento da imitare per la capacità di creare reti con le altre realtà culturali del territorio e del mondo. La città sarà eternamente grata a Giuseppe Panza”.
TWELVE PART VERTICAL PIPE PIECE DI JENE HIGHSTEIN
Dodici cilindri d’acciaio alti cinque metri, disposti a formare una linea retta divisa in due sezioni: Twelve Part Vertical Pipe Piece è una imponente indagine dello spazio, un’opera in apparenza scarna ma straordinariamente espressiva che entra in relazione diretta con l’osservatore e gli permette di realizzare “un salto nel passato, in un passato remoto e inconoscibile e onnipotente”, per usare le parole di Panza di Biumo. “L’opera di Highstein mette in risalto, come quella di Richard Serra, le forze primordiali della natura […] mettendo però al centro la massa”, ha ricordato Anna Bernardini, direttrice di Villa e Collezione Panza, citando sempre il collezionista. Nonostante lo spirito democratico e aperto del fondatore, quest’opera, ha suggerito Magnifico, è come le altre contenute nella Villa “straordinariamente elitaria: il modo più bello di goderne e capirne la funzione spirituale e sociale è farlo da soli”.
L’opera dell’eclettico artista statunitense, entrata nella collezione nel 1987 insieme ad altri 10 suoi lavori (di cui quattro oggi al Guggenheim di New York), non era probabilmente mai stata “realizzata” da Panza di Biumo – era stata composta per certo solo nel 1973 –, motivo per cui la sua ricomposizione è sembrato oggi l’omaggio perfetto per il centenario. “Per noi ha il significato di onorare il suo lascito, interpretato non solo come conservazione della sua Villa e della Collezione, ma anche nel portare avanti la sua visione, dando un seguito alla sua opera in quello che non è un museo, ma proprio una casa, la sua casa”, ha commentato Daniela Bruno, vicedirettrice generale Fai per gli Affari Culturali. La Villa continua così la sua opera di collezione e divulgazione, valorizzando le scelte lungimiranti e aperte del fondatore con iniziative che guardino al presente e alle sue necessità.
Giulia Giaume
www.fondoambiente.it/luoghi/villa-e-collezione-panza
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