Olafur Eliasson firma un’opera di land art sulla costa inglese della Cumbria
L’artista islandese-danese ha lavorato con lo scrittore Robert Macfarlane per ideare un’installazione incentrare sulla connessione tra uomo e natura e la mutevolezza della realtà. L’inaugurazione in estate, nell’ambito del progetto di arte pubblica Deep Time
Nell’estate 2023, la rassegna Deep Time: Commissions for the Lake District Coast, promossa dal Copeland Borough Council, debutterà con una serie di interventi di landscape art sulla costa inglese della Cumbria, “paesaggio culturale” tutelato dall’Unesco a nord-ovest del Paese, dove il lake District National Park incontra il Mare d’Irlanda. Il programma – sviluppato con l’obiettivo di promuovere un territorio selvaggio, dove miniere sottomarine convivono con il lago più profondo d’Inghilterra e la sua vetta più alta (Scafell Pike) – porterà al disvelamento di sei opere site specific, riattivando una connessione storica tra la creatività artistica e la costa della Cumbria, che per secoli ha affascinato artisti e scrittori.
DEEP TIME. IL PROGETTO DI LAND ART SULLA COSTA DELLA CUMBRIA
Non a caso l’iniziativa prevede anche il coinvolgimento di autori per la realizzazione di testi inediti ispirati dai paesaggi locali e un programma di residenze per artisti supportato dall’università, nell’ambito di un più ampio progetto di valorizzazione turistica dell’area costiera che si estende, per circa una sessantina di chilometri, nel distretto di Copeland (il cui centro più noto è la cittadina portuale di Whitehaven). Tra gli artisti selezionati dalla commissione, anche l’islandese-danese Olafur Eliasson, che firma la sua prima opera permanente nel Regno Unito. Per Deep Time, l’artista abituato a lavorare sulla percezione mutevole della realtà – recentemente protagonista a Firenze e Torino, con le mostre di Palazzo Strozzi e Rivoli – ha collaborato con lo scrittore inglese Robert Macfarlane.
YOUR DAYLIGHT DESTINATION DI OLAFUR ELIASSON
Your daylight destination è un lavoro monumentale, incentrato sulla possibilità di connettere il mare, il cielo e la terra instaurando un gioco di percezioni fugaci, modulato attraverso la luce e il suo riflesso. Collocata sulla spiaggia di Silecroft, che si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto, l’installazione viene descritta dallo Studio Olafur Eliasson come “una piscina ellittica in acciaio che si estende per trenta metri nella piana fangosa”, interagendo con la ciclica metamorfosi del paesaggio, soggetto al mutamento delle maree. Con la marea alta – due volte al giorno – il bacino sarà nascosto dal mare, per rivelarsi al ritirarsi dell’acqua, come fosse uno specchio che cattura e riflette la luce del sole, della luna e le nubi che si rincorrono in cielo. Sarà dunque un’opera d’arte contemplativa, per dirla con le parole di Eliasson, intenzionato a fornire a chi osserva uno strumento per intraprendere un viaggio alla scoperta di sé, veicolato da una riscoperta connessione con la sfera naturale. Per questo l’installazione costa anche di un punto di osservazione, segnalato da una serie di anelli concentrici montati su un palo. Di comune accordo con Macfarlane, infatti, l’artista ha scelto di citare una tecnica dell’arte rupestre preistorica, detta “cup and ring”, un motivo ad anelli che inquadra una depressione rocciosa disegnando un cerchio perfetto, rinvenuto con frequenza in zona. È questo un ulteriore omaggio alla cultura locale, che ha ispirato Eliasson e Macfarlane nel processo creativo di un’opera che si propone di rendere “visibile l’invisibile”: plasticamente, con l’apparire-sparire della grande piscina specchiante; ma anche, metaforicamente parlando, contribuendo al rilancio turistico di una “costa nascosta” fuori dalle rotte più battute.
Livia Montagnoli
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