Pittura e parole nella mostra di Xiao Zhiyu a Siena
È una pittura analitica e sincera quella proposta dall’artista di origine cinese di base a Helsinki Xiao Zhiyu. Ora in mostra alla galleria Fuoricampo di Siena
Nell’epoca del postmediale, non è raro cogliere la pittura come mezzo prediletto per affrontare una ricerca ontologica sulla percezione e riproduzione artistica, soprattutto perché la tela conserva sempre le giuste peculiarità contemplative. L’azione di Xiao Zhiyu (1995) è, invero, riduttiva perché cerca di tradurre in pittura quella fugacità visuale presente un istante prima della cognizione, non tanto per ragioni estetiche quanto per tentare di liberare l’immagine dal significante. La mostra alla galleria Fuoricampo di Siena si concentra sulle opere che privilegiano la parola scritta, corredando l’esposizione di una poesia di Marco Arrigoni.
LA MOSTRA DI XIAO ZHIYU A SIENA
La parola dunque, favorita dalla struttura “white cube” della galleria, rimane sospesa tra la lettura e l’estetica pittorica, giocando inevitabilmente con la memoria cosciente dell’osservatore, in una complicità più finalizzata all’esperienza oculare che non al pensiero meditativo. L’oscillazione temporale tra osservazione e realizzazione crea un falso presente, una fruizione diacronica pertinente all’indagine di Derrida su La différance. La mimetica del libro e i quadri che simulano gli schermi, infine, alludono alla pratica quotidiana di archiviazione digitale, fenomeno sublimato nella resa pittorica di Xiao Zhiyu con una condotta ancora sperimentale ma sicuramente qualificata nella precisione tecnica e delicatezza tonale.
Luca Sposato
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