Il labirinto di Michelangelo Pistoletto in mostra a Milano
Riflette sulle minacce del tempo presente, e sugli strumenti per fronteggiarle, la mostra di Michelangelo Pistoletto nella Sala della Cariatidi di Palazzo Reale
Chiunque si aspetti di trovarsi di fronte a una grande mostra antologica per i novant’anni di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) si sbaglia di grosso. Quella ospitata nella toccante Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale è, invece, una grande installazione, carica di significati.
Lo spettatore viene invitato a gironzolare fra i cartoni ondulati del labirinto. È il percorso della Pace Preventiva, un itinerario di consapevolezza, punteggiato di specchi, sculture, un tavolo in attesa di ospiti pronti a dialogare, una grande Venere degli stracci appositamente ricostruita e un video dal quale la voce del maestro biellese si diffonde in tutta la sala.
PISTOLETTO E IL LABIRINTO
Si avverte la presenza di una dualità contrapposta, tra il mostro e la virtù. “A chi si addentra nelle sue trame, così come fece l’eroe Teseo, è necessario avanzare evitando passi falsi che potrebbero compromettere la sua vita e quella degli altri. Il rischio è di essere fagocitati dall’unico abitante che dimora nel labirinto, il Minotauro, orribile creatura, simbolo universale di tutte le prepotenze”, spiega il creatore della mostra, Fortunato D’Amico.
E quanti Minotauri ci circondano in questo particolare momento storico, per taluni versi terribile, in cui le guerre, le urgenze climatiche, alcuni personaggi tragicomici, ma più tragici che comici, tengono fra le mai i destini del mondo?
LA MOSTRA DI PISTOLETTO A MILANO
Pistoletto, che in questa fase della sua vita pare riprendere l’entusiasmante stagione de Lo Zoo, riflette e ci conduce facilmente nel suo pensiero. È il visitatore che deve scegliere la giusta via, garantendosi così una esperienza particolare.
L’arte è strumento di crescita e quella di Pistoletto trova spazio in diverse sedi della città, con altrettante installazioni: il Museo di Storia Naturale, il Planetario, l’Acquario Civico, per poi proseguire l’itinerario verso piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, dove è collocata l’opera permanente La Mela reintegrata, in cui il frutto morso da Eva viene risanato. Frutto che è presente anche a Palazzo Reale, ricoperto di morbida fibra tessile. Su tutto svetta il simbolo dell’infinito, il Terzo Paradiso, che Pistoletto ha portato in giro per il mondo.
Angela Madesani
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