A Milano la mostra sul fratello di Alberto Giacometti
Il rapporto con il fratello Alberto fu fondamentale per Diego Giacometti: la mostra alla Fondazione Luigi Rovati di Milano ne ripercorre le tappe attraverso le opere del protagonista
Chi va a visitare una mostra, soprattutto istituzionale, in un luogo pubblico o privato che sia, è abituato a trovarsi di fronte a spazi che ospitano le opere del protagonista o dei protagonisti della mostra. Diego. L’altro Giacometti alla Fondazione Luigi Rovati di Milano è un’esperienza diversa. Partendo dal piano ipogeo, dove è collocata la collezione permanente, a rotazione, di arte etrusca, lo spettatore incontra lo scultore svizzero. Fratello minore di Alberto, Diego Giacometti (Borgonovo, 1902 ‒ Parigi, 1985) vive con lui un rapporto simbiotico, durante i quarant’anni passati insieme a Parigi.
Il percorso continua al secondo piano, in cui i lavori sono posti nello spazio, come all’interno di un’abitazione, in stretto dialogo con quanto è già presente.
LA MOSTRA SU DIEGO GIACOMETTI A MILANO
La mostra, curata da Casimiro Di Crescenzo e organizzata in collaborazione con PLVR Zurigo, è divisa in quattro momenti: Tra scultura e design, in cui è sottolineata la collaborazione di Giacometti con il designer francese Jean-Michel Frank, che inaugura la propria boutique nel 1935; Mobili e oggetti, fulcro della rassegna, che mette in luce lo straordinario talento dell’artista, maestro, senza dubbio di smentita, della patinatura bronzea; Bestiario, in cui protagonista è la rappresentazione degli animali, che Diego, come del resto il fratello Alberto, amava molto. La quarta sezione della mostra è intitolata Diego come modello e ospita alcuni ritratti che all’artista sono stati fatti dal padre Giovanni e dal fratello Alberto.
LA FAMIGLIA GIACOMETTI E L’ARTE
Svizzeri della Val Bregaglia, i Giacometti sono stati una famiglia determinante per la storia dell’arte. Giovanni, pittore, formatosi tra i Grigioni e la Germania, amico di Giovanni Segantini, di dieci anni più vecchio di lui, che certo ha avuto un’influenza nel suo cammino. E quindi Alberto, scultore tra i più intelligenti del XX secolo, nella cui arte la vulnerabilità dell’uomo, la precarietà dell’esistenza sono protagoniste, anche in relazione allo spazio. Il rapporto di quest’ultimo con il fratello Diego è stato fondamentale: fu suo confidente, assistente, modello, referente dialettico.
Tra le opere in mostra più significative? La prima scultura di Diego Giacometti, Lionne del 1931, in cui non è facile riconoscere il suo stile, il Table basse “Carcasse” modèle à la chauve-souris del 1975 e la Console “La promenade des amis” del 1976. All’ingresso del piano nobile c’è la Lanterne à quatre lumières del 1983, un oggetto appositamente creato per la collezionista e mecenate americana, Rachel (Bunny) Lambert Mellon.
Il ricco catalogo della mostra, edito da Johan & Levi, riporta diversi momenti epistolari, familiari, tra amici, tra colleghi, che riescono perfettamente a mettere in risalto l’importanza e il significato del rapporto di Diego con il più famoso fratello e con l’arte del suo tempo.
Angela Madesani
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