L’estetica straniante di Ann Veronica Janssens in mostra a Milano

Quella di Ann Veronica Janssens al Pirelli HangarBicocca a Milano, più che una mostra, è una metafora della stessa vita. Fra luce, spazio e straniamento

Quello a cui ci invita Ann Veronica Janssens (Folkestone, 1956) è un gran ballo fatto di luce, spazio e percezioni alterate. La sua nuova mostra da Pirelli HangarBicocca a Milano vanta la più grande raccolta di opere dell’artista (nata nel Regno Unito ma di nazionalità belga) di sempre, intersecando lavori storici e interventi site specific che trasformano lo spazio delle Navate in modo inedito.
Le opere di Janssens sono state esposte in varie istituzioni museali, fra cui il parigino Musée d’Orsay e la Neue Nationalgalerie di Berlino, ma anche in rassegne internazionali come Manifesta 10 a San Pietroburgo (nel 2010) e la 48esima Biennale d’Arte di Venezia (nel 1999).

Ann Veronica Janssens, La pluie météorique, 1997 (particolare), Collezione M HKA Museum of Contemporary Art Antwerp. Courtesy l’artista © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE

Ann Veronica Janssens, La pluie météorique, 1997 (particolare), Collezione M HKA Museum of Contemporary Art Antwerp. Courtesy l’artista © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE

LA MOSTRA DI ANN VERONICA JANSSENS A MILANO

Grand Bal si propone come un percorso nella carriera di Janssens e nelle sue principali linee di ricerca: la scultura e l’architettura come strumenti in grado di modificare lo spazio e il modo in cui ci relazioniamo a esso; il rapporto fra le proprietà materiali e immateriali della luce; la complessità della percezione visiva e la perdita di controllo sugli oggetti.
Sola musica di questo ballo, il sospiro dell’artista è anche il protagonista dell’unica opera sonora in mostra. Il ritmo scandito da Souffles ben si accorda al dondolio di Swings, le tre grandi altalene sospese che pongono il corpo dello spettatore al centro dell’esperienza artistica, una costante del lavoro di Janssens: la performatività del pubblico, come modalità di contatto estremo con l’arte contemporanea, ritorna in opere come La pluie météorique del 1997, composta da una distesa di ciottoli indonesiani che, nel corso della mostra, sarà modificata dal passaggio dei visitatori.

Ann Veronica Janssens, Grand Bal, exhibition view at Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE, Photo Andrea Rossetti

Ann Veronica Janssens, Grand Bal, exhibition view at Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE, Photo Andrea Rossetti

LO SPAZIO E LA LUCE NELLE OPERE DI ANN VERONICA JANSSENS

Raramente il soffitto dell’HangarBicocca ha assunto rilevanza artistica come in questa occasione: non solo nel riflesso degli specchi circolari a pavimento che costituiscono l’opera Drops, che apre le danze, ma anche grazie ad aperture nella volta industriale che permettono alla luce solare di invadere lo spazio e modificarlo di volta in volta, con il mutare delle fasi del giorno. Anche le pareti dell’edificio si aprono eccezionalmente per ospitare gli interventi site specific di Janssens: è il caso di Waves, una serie di teli fatti di un doppio strato di rete da zanzariera appesi alle porte di sicurezza, come fossero tende. In questo modo la luce, la temperatura e i suoni esterni possono raggiungere l’interno, creando un dialogo privo di barriere fra dentro e fuori, fra spazio artistico e spazio vitale. Parallelo al movimento ondeggiante di Waves è quello dell’opera Golden Section, forse fra le più potenti in mostra: un drappo riflettente e al tempo stesso semi-trasparente che, appeso al soffitto delle Navate, arriva quasi a sfiorare il pavimento. Sospinta dalla brezza, la leggerissima lamina crea la percezione di movimento e di luccichio che si potrebbe sperimentare di fronte a un chiaro di luna sul mare o guardando un cielo stellato. Un’opera cangiante tanto nell’aspetto quanto nelle sensazioni che produce nell’osservatore e che avrebbe beneficiato di uno spazio maggiore, libero dai superflui accostamenti con le tante altre opere che la circondano.

Ann Veronica Janssens, MUHKA, Anvers, 1997 2023, exhibition view at Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Collection 49 Nord 6 Est Frac Lorraine © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE, Photo Andrea Rossetti

Ann Veronica Janssens, MUHKA, Anvers, 1997 2023, exhibition view at Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Collection 49 Nord 6 Est Frac Lorraine © 2023 Ann Veronica Janssens, SIAE, Photo Andrea Rossetti

ANN VERONICA JANSSENS E L’ESTETICA DELLO STRANIAMENTO

Se, come evidenziato sinora, quello di percezione è un concetto principe della pratica artistica di Janssens, l’esplorazione della sua dimensione straniante si rivela il punto di forza della mostra. A una società in cui la chiarezza e l’evidenza della realtà sembrano imprescindibili, l’artista britannica risponde offuscando i nostri sensi, portandoli quasi al delirio. È quello che accade sottoponendosi alle stroboscopiche luci blu e rosse dell’opera Rouge 106–Bleu 132 (Scale Model) o cercando di identificare i limiti – apparentemente inesistenti – del candido ambiente L’espace infini, chiaro erede degli esperimenti luminosi di James Turrell.
Apice di questa ricerca alienante è l’ultima opera in mostra, uno spazio completamente invaso da una nebbia artificiale imperscrutabile. MUHKA, Anvers chiude la rassegna gettando il visitatore nell’ignoto, quasi fosse una metafora dell’ultimo viaggio. Dopo una ricchezza espositiva fatta di luce, sperimentazione e gioco, il nulla che improvvisamente assale gli occhi assume i toni di un luogo di passaggio per un ipotetico Aldilà. Eppure, l’unica via d’uscita dalla nebbia è proprio la porta d’ingresso, che riconduce lo smarrito invitato al ballo da cui era arrivato.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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