La mostra psichedelica di Elmgreen & Dragset e John Armleder a Milano
Il duo scandinavo e l’artista svizzero reinventano gli spazi di Casa Corbellini-Wassermann instillando un certo disagio nella dimensione domestica e giocando con la percezione
La mostra allestita negli spazi di MASSIMODECARLO è un viaggio psichedelico attraverso lo spazio domestico borghese tradizionale rappresentato dall’elegante appartamento progettato da Piero Portaluppi, che in occasione di Room Service diventa la tela su cui prendono forma le audaci sperimentazioni artistiche di Elmgreen & Dragset (Michael Elmgreen, Copenhagen, 1961; Ingar Dragset, Trondheim, 1969) e John Armleder (Ginevra, 1948).
Le sette stanze di Casa Corbellini-Wassermann che ospitano la mostra – ingresso, soggiorno, studio, fumoir, sala da pranzo, cucina e camera da letto – sono infatti ulteriormente spogliate della loro funzione originale e trasformate in non-luoghi che sfidano la percezione dello spettatore in un’atmosfera straniante, in cui arte e quotidianità, immaginazione e realtà si fondono enigmaticamente. In mostra si trovano in egual misura opere inedite e lavori incusi nella produzione precedente degli artisti, che animano la galleria attraverso un serrato dialogo e numerosi rimandi stilistici e tematici, come l’iperrealismo, l’astrazione geometrica, il ricorso a ready-made e il rapporto tra spazio e individuo, pubblico e privato. Le loro affinità sono allegoricamente rappresentate nel “soggiorno” dell’appartamento, dove si trova la scultura iperrealista del duo svizzero, The Drawing (2023), in cui un bambino chino su un foglio è intento a ricopiare a penna un quadro di Armleder (Untitled, 1992).
LA MOSTRA ROOM SERVICE DA MASSIMODECARLO
Tutto ciò che durante la nostra vita abbiamo imparato sullo spazio domestico, sulla casa ‒intesa come luogo confortevole e sicuro – e sugli ambienti borghesi viene abilmente decostruito dagli artisti e restituito allo spettatore in una nuova veste, a tratti scomoda.
Ci si trova infatti alle prese con sentimenti contrastanti, dal divertimento allo spaesamento, e con un senso di disagio provocato da opere di grande impatto come Room Service (2023) di Elmgreen & Dragset, da cui la mostra prende in prestito il nome. Di fronte a una porta chiusa con il cartello “PLEASE DO NOT DISTURB” appeso alla maniglia, un neonato in un porte-enfant innesca una serie di riflessioni su tematiche spinose come la famiglia, la natalità e l’abbandono. La mostra prende però vita solo quando abitata e così lo spettatore, vagando per le sale della galleria, si trasforma in una altrettanto misteriosa figura, forse la versione adulta del bambino di The Drawing. Tra oggetti abbandonati, bicchieri rotti, porte che non si possono aprire, scolapasta che diventano lampade e strumenti per l’igiene domestica che diventano sculture, i tre artisti danno vita a un ambiente immersivo che culmina nell’ex camera da letto. Un ambiente le cui pareti sono ricoperte da un motivo optical creato da Armleder nel 2005, composto da pois bianchi e neri su sfondi viola e bianchi e reso ancora più alienante da due installazioni cinetiche firmate dal duo scandinavo ‒ Social Media (White Poodle) e Wheel of Fortune (2023) ‒, che distorcono la percezione dello spazio circostante e del ruolo dello spettatore all’interno di esso.
L’ARTE DI ELMGREEN & DRAGSET E JOHN ARMLEDER
L’idea di Room Service nasce dall’ammirazione e dall’interesse che da anni Elmgreen & Dragset nutrono nei confronti del lavoro di John Armleder, inizialmente studioso del movimento artistico Fluxus, poi fondatore del gruppo Ecart e infine aderente al concettualismo neo-geometrico negli Anni Ottanta. Affascinati dalla versatilità degli oggetti di uso comune e sempre impazienti di spingersi oltre i confini dell’arte, Elmgreen & Dragset e John Armleder sono inoltre accomunati dalla fascinazione per lo spazio domestico, declinato in modi sempre diversi nel corso degli anni.
Agnese Torres
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