La quiete prima della catastrofe nella mostra di Giulia Cenci a Pistoia

Rigore prospettico e anatomie algide sono gli aspetti salienti della mostra di Giulia Cenci alla galleria SpazioA di Pistoia

L’evoluzione stilistica di Giulia Cenci (Cortona, 1988) si nota soprattutto nella gestione dello spazio espositivo, non più “macchiato” di interventi scultorei minimali o polimaterici, piuttosto condotto come corpo unico della macchina scenica. La profondità della galleria SpazioA di Pistoia diviene così campo aperto per predisporre una mise en scene ispirata da The Dry Salvages, poesia composta nel 1941, in una Londra congelata dalla tensione per le minaccevoli notizie di raid tedeschi, da T. S. Eliot, autore ricorrente nel lavoro di Giulia Cenci.
Trascurando la metafora della vita umana sublimata in un viaggio in treno, Cenci si concentra soprattutto sulla tensione immanente di una quiete prima della catastrofe, momento non cristallizzato in una dimensione unilaterale (anche perché lo spettatore può interagire ed “entrare” nell’installazione) bensì mobile e sincronico nel suo susseguirsi, proiettando idealmente all’infinito la durata e l’estensione dell’immagine-tempo (Deleuze) di Equal minds, retaggio di quell’archeologia del presente affrontata nelle primissime opere.

Giulia Cenci, equal minds #4, 2023

Giulia Cenci, equal minds #4, 2023

LA MOSTRA DI GIULIA CENCI A PISTOIA

Se il rigore e la modularità sequenziale sono elementi nuovi e distinti rispetto al passato della sua ricerca artistica, non cambia la riflessione sul tempo, materico e fluido, in continuo divenire, mai presente. Assimilabile a un processo di incisione artistica, Cenci fa un’opera di traduzione partendo da una matrice letteraria, spesso dichiarata, da T. S. Eliot a James Joyce, da Lewis Carroll a Jack London, e sviluppando un linguaggio significante nella sua riproducibilità. I “mostri” generati dall’immaginario dello spettatore sono il risultato di una condizione nostalgica e ambigua nella sua temporalità, potendo intravedere nello stesso istante visioni di un antico passato o spettri di un recondito futuro.

Luca Sposato

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