Se l’uomo distrugge il pianeta. La mostra di Pietro Ruffo a Roma
Gli effetti dell’azione dell’essere umano sugli equilibri del pianeta sono palesi. A sottolinearli nelle sue opere in mostra da Lorcan O’Neill a Roma è Pietro Ruffo
Dal protocollo di Kyoto all’ultimo, preoccupante rapporto IPCC attraverso un susseguirsi di deludenti conferenze sul clima e polemiche sull’attivismo ambientale: l’Homo sapiens resta ciò che Mark Maslin e Simon Lewis definiscono una “superpotenza geologica” capace di compromettere la vita sulla Terra fino a estinguerla definitivamente.
LA MOSTRA DI PIETRO RUFFO A ROMA
Nel suo nuovo corpus di opere, in mostra da Lorcan O’Neill a Roma, Pietro Ruffo (Roma, 1978) dispiega un racconto i cui macrocapitoli si stratificano come le epoche e gli stati del pianeta dai tempi remoti fino all’Antropocene, l’era caratterizzata dall’evoluzione di una specie animale sapiente in divinità autodistruttiva raccontata da Yuval Harari (altro autore caro all’artista romano).
Un’ampia trattazione sincronica e multidimensionale che trasfigura i dati della paleoclimatologia, rappresentata da piante e teschi stagliati su carte geografiche, in un memento mori il cui vasto senso storico abbraccia l’utopia evocata attraverso il riferimento a Piranesi.
Mariasole Garacci
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