Assemblaggi, fotografia e ironia. Robertas Narkus in mostra a Milano

Fra i protagonisti dell’ultima Biennale di Venezia nell’ambito del Padiglione Lituania, Robertas Narkus porta da eastcontemporary una riflessione sulla tecnologia e sui desideri umani

Dopo aver rappresentato la Lituania nell’ultima Biennale di Venezia, Robertas Narkus è a Milano con la mostra The Board, alla galleria eastcontemporary. Esposti gli ultimi lavori dell’artista nato nel 1983 e cresciuto a Vilnius, in Lituania, dove ancora oggi opera, servendosi delle performance, dei nuovi media, del linguaggio, dello humour ma anche di spirito imprenditoriale, espressione, quest’ultima, non sempre associata a un artista.
Robertas Narkus fa coincidere lordinario con lassurdo al fine di esplorare le nozioni della tecnologia e dei desideri umani: subiamo le macchine da noi create o ci serviamo di loro, sfruttandole? Facendo leva sul funzionamento degli attuali sistemi sociali, Narkus li utilizza in modo strategico al fine di creare un risultato estetico, relazionale o performativo. L’esito apicale di questa ricerca è riassunto chiaramente in The Board.

Robertas Narkus, L]z:`ed (from the series The board), 2020

Robertas Narkus, L]z:`ed (from the series The board), 2020

LA MOSTRA DI ROBERTAS NARKUS A MILANO

Il percorso è riempito da un’installazione di fotografie a grandezza umana e oggetti sparsi che occupano l’intero spazio. Secondo Neringa Bumbliené, la curatrice del Padiglione della Lituania alla 59esima Biennale di Venezia, che ha redatto un testo per l’esposizione, il concetto retrostante si identifica con (e come) un gioco da parte di Narkus “con riferimenti alla storia dell’arte recente, frammenti dell’ontologia orientata agli oggetti e sfide della società post-Covid”, creando “il proprio universo” come se fosse un esercizio di “bricolage”. E questo mondo non appartiene solo al fotografo laureato in Fotografia e Media Art. Sembra sottintendere, infatti, un (auto)ritratto della società contemporanea che non si riconosce più nello specchio, privata della propria personalità e identità. La causa si riconosce nei social media, nel ruolo primario dell’immagine e del mostrarsi. Certamente, anche la pandemia ha saputo giocare un ruolo chiave. Si giunge così, attraverso un sottofondo dolceamaro, al centro della mostra, dove sono esposte immagini che evocano nature morte realizzate con fili, corde, materiali da costruzione e resti di opere raccolte dallo studio dell’artista e dalla galleria. Una sorta di Land Art al contrario, dall’universale al locale.

Robertas Narkus, The board, 2023, installation view at eastcontemporary, Milan, 2023. Photo Tiziano Ercoli

Robertas Narkus, The board, 2023, installation view at eastcontemporary, Milan, 2023. Photo Tiziano Ercoli

LE OPERE DI NARKUS DA EASTCONTEMPORARY

Un ritorno alla fotografia industriale per Robertas Nakus il quale, “con riconoscimento, disinvoltura e un sorriso, provoca lo spettatore”, secondo Bumbliené. “Illuminati da una luce viva e costante”, prosegue, “gli assemblaggi promiscui nelle fotografie sono raffigurati come seduti, assomigliano a creature viventi; qualche forma di vita nuova e ancora senza nome. Forse sono membri di un’organizzazione, di un comitato o di un consiglio clandestino, che decidono il nostro destino in una videoconferenza senza fine”. Più che di comicità, dunque, sarebbe ideale parlare di ironia. Di un lavoro complesso ma al termine chiaro, sia per lo spettatore sia per l’artista, il quale traccia vividamente il destino che accomuna tutti, donne e uomini del business, dell’arte, della politica, della società intera. Un the end dalle sembianze distopiche, il quale però può ancora (forse) essere riscritto e trasformarsi in utopia raggiungibile.

Ilaria Introzzi

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