Atti d’amore e opere d’arte nella mostra da Alchemilla a Bologna

È un’esperienza davvero collettiva quella suggerita dalla mostra bolognese in un luogo di incontro per eccellenza. Il fil rouge sono le emozioni condivise da artisti e spettatori

Tu mi chiami a compiere un atto d’amore è una mostra collettiva che si apre a chiunque: questa è la definizione che più si addice al lavoro site specific degli artisti del collettivo Slug.
Lo spettatore è reso partecipe della sensibilità di ogni artista, la mostra è mossa allo stesso tempo sia dalla volontà del singolo sia dall’intento collettivo: vengono create immagini con lo scopo di suscitare emozioni che colpiscano lo spettatore. Si abbandona la razionalità per lasciarsi guidare dai propri sentimenti.
Ogni artista, a partire dalle proprie necessità comunicative, cerca di proporre alternative e soluzioni alla condizione contemporanea: il tutto avviene all’interno dello spazio artistico sperimentale di Alchemilla – associazione con sede nel cinquecentesco Palazzo Vizzani – che agevola questo scambio.

Tu mi chiami a compiere un atto d'amore, installation view at Alchemilla, Bologna, 2023. Photo Rolando Paolo Guerzoni

Tu mi chiami a compiere un atto d’amore, installation view at Alchemilla, Bologna, 2023. Photo Rolando Paolo Guerzoni

LA MOSTRA DA ALCHEMILLA A BOLOGNA

Nicola Bianco usa la sua opera in caramello rosa per sublimare i propri traumi, Riccardo De Biasi porta avanti uno studio archeologico sulla comunità di Borgo Africa  ‒ un luogo a metà tra il fantastico e il reale ‒, Kenny Alexander Laurence riprende immagini della cultura antilliana per sviluppare una nuova realtà, Rebecca Momoli sviluppa un discorso critico sul monumento e così, partendo dal simbolo maschile per antonomasia, sposta il discorso sulla figura femminile, Marco Resta annulla il corpo mediante attività distorte e Camilla De Siati, attraverso l’onirico, costruisce una nuova idea di corpo femminile.
Il discorso parte dal vissuto del singolo per arrivare a un vissuto comune: è una catarsi che si compie solo quando viene resa collettiva, quando vi è una compartecipazione tra chi realizza le opere e chi le fruisce.

Chiara Battaglino

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