Memoria, video e falsi ricordi in mostra a Milano
Lo spazio milanese Careof schiude le porte del suo archivio video per parlare di “criptomnesia”. Ovvero? Ovvero il meccanismo che innesca un falso ricordo, considerato però una creazione originale
Porta la firma della curatrice Marta Cereda la mostra che riunisce una serie di opere incluse nell’Archivio Video di Careof ‒ l’organizzazione non profit che ha sede alla Fabbrica del Vapore di Milano ‒, composto da ben novemila lavori e considerato di rilevanza nazionale dal Ministero della Cultura.
LA MOSTRA TUNGSTENO A MILANO
L’idea della mostra nasce da un testo di Oliver Wolf Sacks, scrittore neurologo che con il suo Zio Tungsteno. Ricordi di un’infanzia chimica racconta la storia di un falso ricordo. Partendo da questo incipit viene approfondito il tema della criptomnesia, ovvero l’innesco di un falso ricordo considerato però una creazione originale. L’Archivio Video di Careof viene reinterpretato adottando questo punto di vista: come la memoria, può essere riscritto, sovrascritto, riletto in maniera del tutto contemporanea.
La mostra copre un arco temporale di cinquant’anni e presenta i lavori di ventisei artisti che dagli Anni Settanta a oggi parlano della memoria come materia viva, fallibile, magmatica.
Da Franco Vaccari a Felipe Aguila e Meris Angioletti, da Marinella Senatore a Francesco Bertocco, da Rossella Biscotti a Cristian Chironi, tutti gli artisti hanno lavorato su tematiche legate al found footage (quello che nella cinematografia rappresenta il filmato ritrovato), alla creazione di fiction, al riuso di immagini d’epoca e alla creazione di home movies. Video intimi e profondi raccontano il passato e sbirciano tra i nostri ricordi.
LA MOSTRA ALLA FABBRICA DEL VAPORE
Lo spazio espositivo è suddiviso in aree, ciascuna delle quali accoglie uno schermo su cui scorre l’opera. Di fronte allo schermo sono collocate alcune sedute realizzate con molti strati di velcro sovrapposti, richiamando nuovamente l’idea di stratificazione e sovrapposizione. Non c’è un percorso di visita predefinito: lo spazio stesso induce lo spettatore a prendersi del tempo e a sperimentare il concetto di stare in un luogo per viaggiare tra ricordi e suggestioni passati e presenti.
Gloria Vergani
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