Erotismo e assenza nella mostra di Silvia Argiolas a Trento
Sono tumulti profondi quelli ritratti nei dipinti in mostra alla Paolo Maria Deanesi gallery. Una pittura che parla di inconscio e dell’odore delle cose
Silvia Argiolas (Cagliari, 1977; vive a Milano) è approdata alla galleria di Paolo Maria Deanesi, a Trento, con una mostra intensa. A trasparire dalle sue opere è il rigurgito di un mondo interiore che l’accompagna sempre quando dipinge. Volti, oggetti, corpi e animali che, come i serpenti ad esempio, sembrano alludere ad antiche simbologie, pur restando radicati alla loro rappresentazione sul supporto pittorico. Si percepisce un’assenza, legata all’infanzia sarda, dell’artista e all’odore delle cose. In una intervista pubblicata su queste pagine è la stessa Argiolas a parlarne: “L’odore mi è sempre rimasto impresso facendomi capire che l’arte può dare vita ma che solo la morte e gli odori creano l’immaginario interiore che completa la nostra percezione della vita”.
LE OPERE DI SILVIA ARGIOLAS IN MOSTRA A TRENTO
Tutto questo odore impregna i dipinti attraverso il colore, così materico da evocare sentori arcani. La nudità dei corpi femminili rimanda all’interiorità inconscia di donne definite da Argiolas “indipendenti, sbagliate, depresse, rifatte”. La dimensione onirica ed erotica esprime l’apoteosi della sua poetica. I pigmenti, l’acrilico e l’olio sono gli architravi della sua pittura, mentre il segno è l’espressione dello stato emotivo del momento.
Claudio Cucco
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