A Parma il faccia a faccia tra Gabriele Basilico e Giambattista Piranesi
È una strana coppia quella al centro di una delle mostre incluse in Parma 360, la rassegna che quest’anno ha dato spazio anche all’illustrazione, alla street art e alle installazioni. Ancora qualche giorno per vederla
Contaminazione tra linguaggi, stili, forme, simbologie prese a prestito da epoche storiche diverse: in una parola, crossover. Sono queste le tematiche che hanno ispirato l’edizione 2023 di Parma 360 e che seguono un filone assai trendy, tanto che le curatrici evocano le parole di Salvatore Settis che, proprio su queste basi, ha di recente curato una fortunata esposizione alla Fondazione Prada di Milano. La rassegna, in programma fino al 21 maggio prossimo, coinvolge come di consueto varie sedi espositive in un percorso che ha il suo fulcro nel centralissimo Palazzo del Governatore, dove sono ospitate due mostre.
LA MOSTRA SU PIRANESI E BASILICO
Cominciamo allora con il progetto più significativo, “prestato” dalla Fondazione Cini di Venezia – l’esposizione originale risale al 2010. La serie delle vedute di Roma realizzate attorno alla metà del Settecento da Giambattista Piranesi è accostata ad altrettanti scatti realizzati da Gabriele Basilico, fotografo che ha ripercorso le orme del vedutista con l’obiettivo di restituire gli stessi scorci, con gli stessi monumenti e, per quanto possibile, le stesse prospettive. Se c’è una caratteristica che colpisce tutti coloro che conoscono le ricerche fotografiche di Basilico, è il fatto che le vedute urbane sono sempre disabitate. È una delle sue cifre, che ovviamente mette in risalto le architetture e l’equilibrio delle forme. Facile quindi immaginare il suo turbamento – ben evidenziato nel pannello che introduce la mostra ‒ di fronte alla richiesta di ritrarre la Roma invasa dai turisti.
L’accostamento Piranesi-Basilico è senza dubbio suggestivo, del resto il dialogo tra passato e presente ha sempre una forte carica visiva ed emozionale, e la penombra delle sale consente di godere appieno dei tanti “dittici”. A chiusura della mostra desta interesse la ricerca di Cristian Boiardi, un “3D artist” che, grazie a tecniche di ricostruzione digitale 3D, ha rielaborato una serie di vedute piranesiane raccolte nella collezione Wellington e ha tradotto in chiave contemporanea l’esperienza del celebre incisore.
LE ALTRE MOSTRE PER PARMA 360
Al secondo piano del Palazzo del Governatore l’attenzione si sposta sulle fotografie di Luca Piola che con Passenger (il volume che le raccoglie è stato pubblicato nel 2016) indaga il rapporto tra lo spazio-museo, il visitatore e le opere. Alla Galleria San Ludovico, ex luogo di culto, sono invece esposti molti lavori di Elisa Seitzinger, una delle più originali illustratrici contemporanee: peccato che l’assenza di un apparato didascalico impedisca di comprendere i complessi e raffinati rimandi visivi e di conoscere i committenti dei lavori dell’artista. A Palazzo Marchi va invece in scena la mostra più instagrammabile del festival: Stefano Bombardieri omaggia esplicitamente e restituisce in installazioni tridimensionali le ricerche fotografiche del canadese Gregory Colbert: la straordinaria mostra Ashes and Snow allestita all’Arsenale di Venezia più di vent’anni fa ha lasciato un segno indelebile nel cuore di molti, Bombardieri compreso. Ultima tappa nell’officina di biciclette Italia Veloce: protagonista è la regina Elisabetta II, la cui immagine iconica è stata interpretata da artisti e street artist internazionali tra cui Marco Lodola, Mr. Brainwash, Jamie Reid, TVboy (la mostra Lilibet. The Queen proviene da Agostino Art Gallery di Milano, dove era allestita lo scorso gennaio).
E chissà se l’incoronazione cui abbiamo assistito pochi giorni fa darà luogo ad analoghe ricerche artistiche tra qualche decennio.
Marta Santacatterina
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