A Roma le mostre parlano di paesaggio e catastrofi climatiche
Natura e cambiamento climatico sono il fulcro delle mostre che vedono protagonisti Stefano Cerio e il duo Vaste Programme negli spazi di 1/9 unosunove arte contemporanea
Stefano Cerio (Roma, 1962) porta in mostra negli ambienti di 1/9 unosunove arte contemporanea a Roma il progetto fotografico avviato in Abruzzo tra il 2019 e il 2021 (e in parte già visto al Maxxi L’Aquila), immortalando le diverse stagioni dell’anno. Il suggestivo scenario, tra la leggenda e il mito, narra la durezza e la solidità della montagna in contrasto con l’innaturale e instabile leggerezza del Luna Park con i suoi gonfiabili. L’ispirazione è di scuola documentaristica, ironica, libera, espressiva. Ci sono poi delle foto di paesaggi prive di gonfiabili, che osservano gli elementi dissonanti – ma non necessariamente fastidiosi – nella natura: un passaggio a livello, una rotonda, la cabina di una funivia. Come fossero elementi di Land Art.
LE OPERE DI GIULIA VIGNA E LEONARDO MAGRELLI
Il ciclo di opere Le Nostre Radici (2021-23), dedicato al cambiamento climatico, alla catastrofica variazione della temperatura globale e ai danni subiti dal microclima, porta la firma di Vaste Programme, il duo composto da Giulia Vigna (1992) e Leonardo Magrelli (1989), protagonista della mostra Cascasse il Cielo, a cura di Giulia Tornesello. L’immaginario evocato è attuale, allegorico, violento. Il tutto stampato su classici profumatori a forma di alberello, in 55 esemplari unici. Ma non solo: completa il quadro la sezione dedicata alla duplicità della natura, nell’eterno dualismo tra l’apparenza perfetta e il suo rovescio: il processo distruttivo del progresso industriale.
Michele Luca Nero
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