Parte BienNoLo a Milano. In città c’è un quartiere che ha la sua biennale

La Biennale di Arte Contemporanea del quartiere a nord di Loreto arriva al suo terzo anno. L'obiettivo è sempre quello di coinvolgere il quartiere in una riflessione sull'arte contemporanea e la comunità, tra laboratori e borse di studio

Talitha Kum”, Alzati fanciulla: con questa frase, pronunciata da Gesù nel Vangelo di Marco, si apre la terza edizione di BienNoLo a Milano. Visitabile dal 2 all’11 giugno nel quartiere di NoLo, cioè “North of Loreto”, la Biennale di Arte Contemporanea organizzata dall’Associazione BienNoLo e da Fondazione di Comunità Milano vuole risvegliare la comunità di quartiere, una realtà multietnica a costante rischio di gentrificazione. “BieNoLo ha la tradizione di mettere dei titoli in lingue straniere, scomparse o antiche. L’anno scorso il greco, quest’anno l’aramaico: sono le parole che Gesù disse a una bambina morta per resuscitarla. Noi abbiamo preso questo concetto del “ridestarsi”, non in senso religioso ma per indicare che tutti noi siamo fanciulli a cui l’arte ci dice di rialzarsi, ci invita a essere vigili”, racconta ad Artribune il curatore della manifestazione Giacinto Di Pietrantonio.

LA BIENNALE DI NOLO, LA “BIENNOLO”

Pensata non tanto per i turisti o un pubblico internazionale ma più per il quartiere e chi lo vive, la BienNoLo vuole essere un elemento di crescita per un quartiere emerso ed emergente, che cerca sempre di più di coalizzarsi intorno a una comunità solida e integrata. Quella della biennale di quartiere è un’idea di Carlo Vanoni, scrittore d’arte, critico e presidente di Associazione BienNoLo venuto ad abitare alcuni anni fa proprio in queste vie. “Come Kennedy, si è chiesto non cosa il quartiere poteva fare per lui ma cosa lui poteva fare per questo posto, così interessante e multietnico. E così, insieme a una serie di persone, si è inventato un format per offrire qualcosa attraverso l’arte contemporanea, uno dei dispositivi più interessanti per offrire letture diverse della società. Per questo la chiamiamo “biennale quartierale”, racconta il curatore. “BienNoLo nasce come biennale quartierale, laddove quartiere è inteso non solo come delimitazione geografia, ma come concetto di comunità e coesione sociale”, ricorda il presidente Vanoni. “Michel Maffesoli, sociologo francese, parla di “radicamento dinamico” inteso come luogo della comunità e della coesione sociale, ma anche luogo di apertura verso le culture altre. E che cos’è l’arte se non un’apertura all’altro?”.

Tavolo di Enzo Mari Autoprogettazione con sopra opere di Filippo La Vaccara, tavolo di destra con su opere di Nando Crippa. Sulla parete di fondo, le opere di Loredana Di Lillo

Tavolo di Enzo Mari Autoprogettazione con sopra opere di Filippo La Vaccara, tavolo di destra con su opere di Nando Crippa. Sulla parete di fondo, le opere di Loredana Di Lillo

LA TERZA EDIZIONE DELLA BIENNOLO

La kermesse si articola nelle sedi espositive di Mosso Milano (al civico 3 della via omonima), poi Munimor (in via Marocco) e nello Spazio Hasita (in via Venini) tra interventi artistici, mostre ed esposizioni di 26 artisti di diverse generazioni ma accomunati da un legame stretto con la città. “Nonostante sia una mostra locale abbiamo portato artisti di grande rilievo e tanti giovani, alcuni alla prima o seconda collettiva, tenendoci su un piano molto sperimentale”, continua Di Pietrantonio. Tra gli ospiti, ricorda, ci sono “Gino De Dominicis, presente con più opere; poi tra arte e design c’è il gruppo di Cosenza Ovo, c’è un progetto per Trenord di Danilo Sciorilli, tra decorazione di un vagone e una video-animazione che rimarrà visibile per diverse settimane sulla tratta Brescia-Varese. Ci sono anche i tavoli di Autoprogettazione di Enzo Mari, che usiamo come basi: su uno ci sono le Edipo Lamp di Corrado Levi, e poi una serie di vasi fosforescenti di Alberto Garutti, su un altro le colorante sculture in cemento del giovane torinese Edoardo Piermattei, e ancora le ceramiche di Nando Crippa e una serie di teste di Filippo La VaccaraCi sono quindi le icone con i ritratti di Angela Davies e Carla Lonzi di Filippo Riniolo, che realizzerà anche la performance di apertura il 2 giugno sulla  transizione di genere. C’è Luca Rossi con una performance e un lavoro composto con i cartoni delle pizze, sulla linea delle opere presentate su YouTube, e poi ci sono le opere astratte di Loredana Di Lillo con le immagini della guerra in Ucraina, i “dispositivi di rimozione” di Goldschmied e Chiari, con le foto delle stragi italiane accostate a quelle di donne discinte per attirare l’attenzione del pubblico su temi importanti. C’è poi tanta pittura con Gianni Di Rosa, i gemelli IngrassiaAronne PleuteriAlberto Guidato, con dei lavori molto complessi a pennarello, poi la francese Margaux BriclerGiulia Cotterli con gli acquerelli che portano “la montagna al mare e il mare in montagna”, e l’arazzo di Loredana Galante realizzato in collaborazione con altri artisti, e tanti altri”.

BienNoLo, Talitha kum. 3. Biennale Quartierale di Arte Contemporanea di NoLo. Danilo Sciorilli, “Mentre tutto va come deve andare”. Treno Caravaggio Trenord, 2023. Ph. Thomas Pagani

BienNoLo, Talitha kum. 3. Biennale Quartierale di Arte Contemporanea di NoLo. Danilo Sciorilli, “Mentre tutto va come deve andare”. Treno Caravaggio Trenord, 2023. Ph. Thomas Pagani

LA COMPONENTE EDUCATIVA E FORMATIVA DELLA BIENNOLO

Le esposizioni sono anche affiancate da un ricco calendario appuntamenti, come incontri con personalità di spicco del mondo dell’arte contemporanea (tra cui Stefano Raimondi di Veronafiere, Giulia Ronchi di Exibart e la giornalista Elisa Pierandrei), ma anche visite guidate e laboratori pensati da Felicia Guida per due istituti comprensivi di Milano (già 400 gli iscritti). Non solo: il catalogo edito da Postmedia books contiene schede critiche sugli artisti redatte da una ventina di studentesse e studenti del corso di Storia dell’Arte di studi curatoriali condotto dalla professoressa Ilaria Mariotti del dipartimento di Visual Culture dell’Accademia di Brera: “Questo è importante perché, come ho fatto già per il catalogo della Biennale del Kosovo da me curata nel 2017, abbiamo dato modo agli studenti di esercitarsi realmente sul campo“, ha ricordato il curatore.

Una forte componente educativa e cooperativa, quindi, a cui si accosta una particolare attenzione alla formazione artistica: sono infatti proposte (e dedicate alla memoria della madre di Vanoni) delle borse di studio da 3mila euro l’una per le ragazze e i ragazzi del quartiere che vogliano iniziare o proseguire gli studi in campo artistico, con particolare attenzione a coloro che hanno un background migratorio. Come a dire che, anche se la biennale dura pochi giorni, gli effetti sul quartiere possono e devono essere a lungo termine.

Giulia Giaume

www.biennolo.org/

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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