Il “Pulpito” collettivo di Flavio Favelli a Bologna: elogio all’ascolto e al dialogo
Una grande scultura site-specific in lamiera di ferro occupa la piazza antistante l’Accademia di Belle Arti di Bologna, riconsiderando l’interazione con lo spazio urbano e con la comunità
Realizzata con oggetti industriali e arredi urbani dismessi, Pulpito e altre figure di Flavio Favelli reinventa il concetto pubblico di tribuna attraverso un’opera realizzata ad hoc nell’ambito di riparAzioni, progetto culturale ideato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ed è proprio a Piazza Roberto Raviola, davanti l’istituto artistico, che la scultura si incastona nel paesaggio urbano grazie a un effetto ottico realizzato con la tecnica pittorica “camuffamento Dazzle”, ovvero un motivo geometrico di scacchi-bande bianche dipinte sull’opera che “si riferisce al rapporto fra arte e guerra, due eterni ed irrinunciabili soggetti del genere umano”, spiega Flavio Favelli. “Questo motivo a scacco, al di là dei suoi significati”, continua l’artista, “appare formalmente come una presenza in qualche modo astratta. Ed è questo un punto cruciale dell’opera: dare un segno altro, differente, che si sottrae al lato più ovvio e scontato della realtà”.
PULPITO E ALTRE FIGURE. L’OPERA PUBBLICA DI FLAVIO FAVELLI A BOLOGNA
L’installazione con il suo motivo a scacchi è composta da “palchi” di differenti altezze e dimensioni sui quali il pubblico è libero di salire e discutere. Un’opera dietro la quale si cela una riflessione profonda sulla sfera politica e culturale dei luoghi, capovolgendo le gerarchie monumentali dei pulpiti del passato e rivedendo l’arte come un’esperienza capace di riattivare la funzionalità di spazi pubblici e dediti al confronto come le piazze. “Pulpito e altre figure è una nuova opera di arte pubblica che si inserisce nel contesto universitario di Via Zamboni”, spiega la Delegata alla Cultura di Bologna Elena Di Gioia. “Una zona dove la presa di parola pubblica ha agito storicamente se pensiamo ai movimenti studenteschi di allora e di oggi e dove l’opera di Flavio Favelli propone uno spazio aperto, pubblico, disponibile e conturbante, per concentrare nello stesso istante d’arte due azioni culturali, politiche e pubbliche appunto, tra le più significative oggi: dare voce e allo stesso tempo mettere in ascolto la città di ciò che dal pulpito potrà emergere”. A sottolineare l’importanza del progetto è anche la Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna Cristina Francucci, dichiarando che questo intervento “diventa simbolo del progetto riparAzioni che ha tra i suoi obiettivi proprio quello di animare un luogo, come ad esempio Piazza Roberto Raviola, spesso attraversato da situazioni di grande marginalità e degrado” che finalmente torna a essere “uno spazio inclusivo di socialità e cultura”.
Valentina Muzi
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