Il complesso e ironico rapporto tra Silvio Berlusconi e l’arte
È morto il quattro volte Presidente del Consiglio, leader di Forza Italia e presidente di Mediaset: ecco le opere che ha commissionato e quelle (spesso satiriche) in cui è stato ritratto
La politica, l’opinione pubblica, l’industria, lo sport, l’arte: non c’è ambito della vita italiana che non abbia vissuto (o subìto) il passaggio di Silvio Berlusconi, quattro volte presidente del Consiglio, presidente di Forza Italia e del Monza Calcio (ma in passato del Milan) e fondatore di Fininvest e Mediaset. E proprio riguardo all’arte, sono state diverse le occasioni in cui il Cavaliere del Lavoro, da poco scomparso, è stato ritratto in dipinti, spesso dal taglio ironico, e altrettante quelle in cui ha commissionato lui stesso la creazione di una serie di opere e monumenti (anche in proprio onore).
LA PINACOTECA DI ARCORE
Silvio Berlusconi ha spesso acquistato opere di arte italiana antica e moderna per arricchire la “Quadreria di Villa San Martino” ad Arcore, cioè la pinacoteca allestita nella sua residenza ufficiale. Tra queste, un olio su tela di Tiziano, Il Ritratto di Ippolito dei Medici, datato 1533 e stimato a quasi 5 milioni di euro proveniente dal museo di Cleveland ma anche, come rivelato da Vittorio Sgarbi ad ADNKronos qualche anno fa, una splendida copia della Antea del Parmigianino, una Monna Lisa nuda dalla sorprendente somiglianza con la Gioconda di Leonardo (ma di attribuzione incerta), un ritratto della Marchesa Casati Stampa di Pietro Annigoni, il milanese “pittore della regine”, e un frammento della Gioia tirrena, ritratto del mito della danza Isadora Duncan realizzato dal pittore livornese Plinio Nomellini (che divise in due l’opera negli anni Trenta).
LE IRONICHE OPERE (A TEMA FESTINI) DI GIUSEPPE VENEZIANO
Come dimenticare le numerose opere di Giuseppe Veneziano a tema berlusconiano, spesso caratterizzate da un graffiante taglio politico a tema “olgettine”. Tra queste spiccano i provocatori Non sono un santo, un ritratto del Cavaliere con un’aureola dentro la quale sono ritratte le posizioni del Kamasutra, e Novecento, in cui l’artista include l’ex premier tra protagonisti maschili della storia politica del Secolo Breve – quali Hitler, Stalin e Mussolini – in un’orgia con eroine dei fumetti e porno dive.
I BERLUSC-ROTTI DI STEFANO PIEROTTI
Avevano fatto molto discutere nel 2011 i Berlusc-rotti di Stefano Pierotti, artista di Pietrasanta che aveva realizzato una serie di sculture con il volto del fondatore di FI progressivamente più spaccato e insanguinato, e per le quali aveva anche ricevuto delle minacce. La sequenza di sei ritratti di Berlusconi percorreva un paradigma discendente a tappe che mostrava il graduale disfacimento della carne e quindi del potere, come ad ammonire dell’inesorabile scorrere del tempo.
SIRANTE E I BARI DI CARAVAGGIO…REINTERPRETATI
Lo street art Sirante aveva realizzato nel 2018 un’opera che ricreava il capolavoro di Caravaggio I bari con i volti di Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in abiti d’epoca, intenti a giocare a carte. L’ironico lavoro di arte urbana, apparso su un muro di via de’ Lucchesi di fronte alla sede dell’ANSA, era proprio a due passi dal Quirinale nei giorni in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era impegnato nelle consultazioni per l’allora nuovo governo.
MATTARELLA E BERLUSCONI: TVBOY PER IL FOGLIO
Proprio nell’ambito delle difficili consultazioni del 2018, anche lo street artist TvBoy aveva realizzato una propria opera. Sulla prima pagina del quotidiano Il Foglio era comparso infatti un timido bacio tra Berlusconi e Mattarella, il secondo realizzato dal popolare artista urbano dopo quello ancora più famoso tra Salvini e Di Maio.
LA COPERTINA DI ROLLING STONE
Non era però la prima copertina “artistica” dedicata al Cavaliere. Già nel 2009 infatti la rivista Rolling Stone aveva esibito una copertina a tema “Silvio”, nominandolo “rockstar dell’anno”. Il ritratto di un Berlusconi sorridente in campo tricolore era opera del celebre street artist Obey, noto per le sue elaborazioni di ritratti come quello, iconico, di Barack Obama per la prima campagna presidenziale americana “Yes we can”.
IL MAUSOLEO DI CASCELLA
Dal celebre impatto mediatico anche il mausoleo realizzato dallo scultore Pietro Cascella nel 1993 per la dimora di Arcore. Definita da Enrico Deaglio nel suo libro Indagini sul ventennio “la committenza più grottesca della sua carriera”, il lavoro consisteva in un gigantesco sepolcro sotterraneo con tanto di scalone d’accesso al corridoio ipogeo, fregio lungo le pareti con catene e simbolo della famiglia e ovviamente un grande sarcofago che celebrasse il self made man allora quarantenne, e che ospitasse con lui i parenti più stretti e gli amici più fidati (cioè Dell’Utri, Confalonieri e Gianni Letta).
LE OPERE DI JOTA CASTRO
L’artista peruviano Jota Castro (Yurimaguas, 1965) ha più volte dedicato delle opere alla figura di Berlusconi, prima con la caustica rappresentazione in cera dell’ex premier impiccato a testa in giù (Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, 2003) nella galleria Minimi di Brescia, e poi nel trio di sculture Oil Shame (2004) in compagnia di George W.Bush e Tony Blair, in cui ciascuno che fa caricaturalmente capolino da un barile di petrolio.
IL “SILVIO” BUDDHA DI SISLEJ XHAFA
Difficile dimenticare la scenografica opera dell’artista kosovaro Sislej Xhafa Silvio esposta nel 2010 al Roda Sten di Goteborg, in Svezia: un gigantesco busto di sabbia alto cinque metri e mezzo e largo otto che raffigura Berlusconi nelle sembianze di un accigliato Buddha. L’artista, noto per le sue creazioni provocatorie e sovversive, aveva incentrato sul governo forzista tutta la sua personale 2705 baci (“Ogni bacio corrisponde ad un giorno di governo Berlusconi”).
L’ARTE AI TEMPI DI SILVIO BERLUSCONI
Ma gli spunti potrebbero essere infiniti. Come ricordato da Luca Beatrice nel saggio Nati sotto il Biscione. L’arte ai tempi di Silvio Berlusconi, il ruolo del “Berlu” come innovatore nel linguaggio è stato determinante nella caratterizzazione di un periodo artistico in cui la commistione di generi e la ricerca dell’esposizione di sé sono diventate colonne portanti di “un nuovo modo di essere”.
Giulia Giaume
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