Una Roma dannunziana nella pittura di Alessandro Morani
Ci sono richiami simbolisti e tracce preraffaellite nei dipinti dell’artista in mostra alla galleria Aleandri di Roma. Nel segno di un passato affascinante e tragico
La mostra che la galleria Aleandri dedica in questi giorni ad Alessandro Morani (Roma, 1859-1941) ‒ pittore, decoratore, illustratore e scenografo ‒ ci proietta magicamente nella lontana Roma dannunziana, una Roma di sogno ‒ se la guardiamo con gli occhi di oggi ‒ in cui la fascinazione dell’antico, venata di una ricercata sensualità d’intonazione simbolista, si intesseva in un diffuso sentimento tragico della vita, cui dette nobiltà pittorica la britannica confraternita dei Preraffaelliti, ispiratrice del cenacolo romano In Arte Libertas, di cui Morani fu tra i fondatori.
LA MOSTRA DI ALESSANDRO MORANI A ROMA
In galleria ci attendono ritratti, vedute, studi per decorazioni parietali e per vetrate, scene di vita agreste. E la nostra attenzione, come sempre girovaga, viene catturata da quei dipinti e da quei disegni nei quali la meditata cesellatura del dettaglio puntella, con sapienza artigiana, la pulsione animica a oggettivare e a soffondere uno stato d’animo di sospesa inquietudine.
Luigi Capano
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