Il design di Alex Israel in mostra a Roma
Enormi pinne traslucide e rimandi a certe atmosfere della Los Angeles degli Anni Sessanta: questo e altro nella mostra dell’artista californiano da Gagosian
Ci troviamo nel salone ovale della galleria Gagosian di Roma, sovrastati dalle grandi sculture in plexiglas dell’artista multimediale e designer californiano Alex Israel, classe 1982, che, per l’occasione, espone una collezione di pinne di tavole da surf traslucide di varia cromia (lo stesso tema si ripete – ossessivamente ‒ negli acrilici delle sale attigue). Un richiamo intenzionale allo sport acquatico tipico del suo Paese, del quale sembra abbia voluto offrire una seriale metafora visiva. E che ci rimanda una debole eco di certi movimenti artistici sorti a Los Angeles negli Anni Sessanta del secolo scorso nel solco della Pop Art, come Light and Space e Finish Fetish, attenti all’interazione fluida e cangiante dell’oggetto-feticcio con la luce e lo spazio dell’ambiente espositivo.
LE OPERE DI ALEX ISRAEL IN MOSTRA A ROMA
Ritroviamo il topos warholiano della replica – idealmente illimitata ‒ della medesima immagine: un horror vacui esistenziale figlio dell’angoscia e dello spaesamento di decenni complessi e che oggi perdura, per virtù inerziale, come lacerto mnestico o formale manierismo.
Luigi Capano
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