La mostra tra pittura e performance di Anna Maria Maiolino a Milano

Il colore scivola sulle tele, dando forma a macchie di colore irregolari, ma armoniose. Spazio, tempo, movimento e corpo sono le coordinate della ricerca dell’artista italo-brasiliana, ultraottantenne

Non è la prima volta di Anna Maria Maiolino (Scalea, 1942) da Raffaella Cortese. Con Ações Matéricas si chiude il ciclo di mostre dedicate dalla galleria milanese alla multiforme ricerca dell’artista italo-brasiliana. Le prime tre (nel 2010, 2015 e 2019) avevano approfondito progetti legati al video, alla fotografia e alla scultura, che prendevano le fila dai movimenti rivoluzionari brasiliani per la rivendicazione delle libertà politiche, civili e di espressione brutalmente negate dal cosiddetto regime dei Gorillas. Questo è invece il primo progetto espositivo consacrato ai dipinti dell’artista.

Anna Maria Maiolino, Ações Matéricas, installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2023. Photo Lorenzo Palmieri

Anna Maria Maiolino, Ações Matéricas, installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2023. Photo Lorenzo Palmieri

LA MOSTRA DI ANNA MARIA MAIOLINO A MILANO

Nonostante Maiolino sia conosciuta principalmente come performance artist e scultrice, la sua attività artistica ha avuto inizio alla Escola Nacional de Belas Artes, dove frequentò corsi di pittura e xilografia. È affascinante e curioso pensare che l’artista, ormai ottantunenne, abbia deciso di concentrare l’attenzione del pubblico su questa sua forma di espressione artistica solo oggi. Eppure gli elementi essenziali e naturali che da sempre informano il suo lavoro sono centrali anche in questa serie di opere: spazio, tempo, movimento e corpo. Abbandonando il classico concetto di gesto pittorico inteso come un pennello che, guidato dalla mano, disegna delle figure su una tela, i dipinti di Maiolino sono infatti il risultato di un’azione che coinvolge tutto il corpo dell’artista e la spazialità del supporto. Il colore nero viene fatto scivolare sulla tela e, guidato dalla forza di gravità, sedimenta in macchie di colore, irregolari per forma, dimensione e densità della tempera.

Anna Maria Maiolino, Untitled, Propicios series, 2008. Courtesy of the artist and Galleria Raffaella Cortese, Milano. Photo Lorenzo Palmieri

Anna Maria Maiolino, Untitled, Propicios series, 2008. Courtesy of the artist and Galleria Raffaella Cortese, Milano. Photo Lorenzo Palmieri

LE TELE DI MAIOLINO, TRA PITTURA E PERFORMANCE

Le opere presentate sono così il risultato dell’imprevedibile andamento dell’acrilico sul supporto e della volontà dell’artista che prova a pilotarlo, ma non ne detiene mai il pieno controllo. Da questa azione pittorica e al contempo performativa, sono derivati tre dittici e due tele singole su cui l’intervento dell’artista si manifesta attraverso grosse chiazze di inchiostro nero o piccoli segni – quasi dei geroglifici – armoniosi nella loro casualità. La mostra rappresenta anche un’altra prima volta per Maiolino. Infatti, fatta eccezione per il dittico appartenente alla serie Propìcios (2008, le altre sei tele esposte sono caratterizzate da un forte contrasto tra il nero dell’inchiostro e il giallo o l’arancione del fondale. L’utilizzo di colori caldi e accesi non è affatto frequente nella pratica dell’artista, che nei suoi disegni si è quasi sempre affidata al bianco e al nero per affrancarsi da un tipo di arte “facile”.

Anna Maria Maiolino, Ações Matéricas, installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2023. Photo Lorenzo Palmieri

Anna Maria Maiolino, Ações Matéricas, installation view at Galleria Raffaella Cortese, Milano, 2023. Photo Lorenzo Palmieri

ANNA MARIA MAIOLINO, ARTISTA NOMADE

Maiolino si definisce un’artista nomade: a dodici anni fu costretta a lasciare la sua terra natale, la Calabria, per seguire la famiglia prima in Venezuela e, solo sei anni più tardi, in Brasile, a Rio de Janeiro. Lì entrò in contatto con la cultura rituale degli indios e la loro arte del corpo, ma rimase profondamente colpita anche dalla cultura dei neri africani e dal sincretismo religioso. Si definisce oggi un’artista brasiliana perché il Brasile ha battezzato lo sviluppo della sua ricerca artistica: all’incontro con Antonio Dias e Rubens Gerchman si deve l’ingresso nel movimento Nova Figuraçâo, che declinava in termini brasiliani la Pop Art americana, per poi aderire dal 1967 al movimento della New Objectivity brasiliana, incentrato sulla partecipazione attiva dello spettatore e sulle crisi politiche, sociali ed etiche che in quegli anni laceravano il Paese. Ricorrendo a un approccio interdisciplinare e spingendosi sempre oltre il semplice gesto artistico, Maiolino riuscì a farsi portavoce di un’arte impegnata ma in grado di comunicare a una moltitudine di pubblici, i cui temi – le migrazioni, la fame, la maternità, la lotta per la libertà e l’emancipazione femminile – riconfermano ancora oggi il loro carattere universale.

Agnese Torres

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