Percorsi di pelle e di vita nella mostra di Collins Obijiaku a Torino
Attraverso i suoi ritratti a carboncino, l’artista nigeriano disegna una mappa intima e vitale di spiriti affini. In mostra da Luce Gallery
Nella mostra da Luce Gallery, a Torino, Collins Obijiaku (Kaduna, 1995) offre una serie di narrazioni in forma di ritratto, che restituiscono una mappatura intima e vitale dei soggetti.
Narrazioni che sono specchio dell’anima, della psiche, e corrono veloci sulle linee contorte e irregolari che rivestono la pelle dei protagonisti. Impossibile determinarne l’inizio e la fine, come pure stabilire le infinite possibilità di scelta che ogni individuo porta con sé dalla nascita. Un corredo di antologie, custodite o risolte, e una vasta gamma di condizioni attuabili inducono nell’osservatore una sorta di processo di riconoscimento di sé, una riflessione profonda sulla propria esistenza, che deriva da scelte intraprese e da altre scartate.
LA MOSTRA DI COLLINS OBIJIAKU A TORINO
Sono volti che osservano, ascoltano il silenzio di chi guarda, accolgono: sono spiriti affini all’artista, anime a lui note ritratte nella loro totalità e nelle loro peculiarità. Ampie campiture a olio, spazi onirici, privi di simboli, colori che per la loro natura già evocano particolari ricordi (il giallo ricorda all’artista gli studenti più capaci, selezionati proprio per far parte del gruppo giallo).
I lavori di Obijiaku sono apprezzati per la loro estetica, ma a definirli è la chiave di lettura che suggeriscono: un racconto topografico, un percorso di pelle e vita, valori che rimandano ai concetti di diversità e coraggio.
Grazia Nuzzi
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