La durezza e la poesia di Doris Salcedo in mostra a Basilea
Guarda ai conflitti del tempo presente l’artista colombiana ora in mostra alla Fondation Beyeler. Autrice di opere capaci di alternare gesti leggeri a tematiche granitiche
È una mostra importante quella che la Fondation Beyeler dedica a una delle più interessanti protagoniste del panorama artistico contemporaneo, la colombiana Doris Salcedo (Bogotà, 1958). In Italia negli anni scorsi abbiamo visto sue mostre al MART e a Rivoli, ma non di questa ampiezza e portata. Qui ci troviamo di fronte a otto serie di opere che attraversano il lungo cammino dell’artista. Un centinaio, inoltre, sono i lavori singoli presenti in mostra. È più che mai attuale il suo lavoro, che va a indagare i conflitti del mondo. Anche se con una visione del mondo europocentrica, noi pensiamo agli ultimi ottant’anni come a uno dei più lunghi periodi di pace. Basta girare la testa, volgere lo sguardo oltre il proprio orticello e si capisce che questa affermazione è priva di fondamento. Salcedo parte da microstorie che in breve, tuttavia, assumono una portata universale, dove l’uomo, la sua morte, la sua scomparsa sono protagonisti.
LA MOSTRA DI DORIS SALCEDO A BASILEA
Con le sue opere ci troviamo di fronte a degli oggetti impossibili, a porte sbarrate, a sedie sulle quali è contemplabile sedersi. La riflessione è sulla perdita, sul lutto, individuale, ma anche collettivo. La storia di Salcedo, in un Paese complesso come la Colombia, è profondamente intrisa di tutto questo. Come nella ricerca di altri artisti dell’America del centro e del sud, leggiamo un forte interesse per la tragedia della politica. Il suo è un lavoro che richiama alla mente certa grande letteratura in cui il particolare diviene universale. “Ciò che tento di tirare fuori dai [miei] lavori è l’elemento che ci accomuna tutti”, dice l’artista.
LE OPERE DI SALCEDO ALLA FONDATION BEYELER
Salcedo alterna leggerezza e pesantezza. In Disremembered (2014-15 e 2020-21) lo spettatore, avvicinandosi al lavoro, può cogliere un tessuto di seta punteggiato da innumerevoli aghi in minaccioso contrasto con la delicatezza evanescente della scultura. Qui il contrasto è dettato dalla morbidezza del materiale e dal dolore provocato dagli aghi. L’opera è il frutto di conversazioni con delle madri che hanno perduto i loro figli a Chicago, vittime di violenza armata. Sempre in quest’ambito si colloca forse l’opera più toccante della mostra, A Flor de Piel, realizzata attraverso l’unione di centinaia di petali di rosa, cuciti fra loro, che formano una sorta di grande sudario. È un omaggio a un’infermiera colombiana torturata e uccisa, i cui resti non sono mai stati trovati. Palimpsest (2013-17) è, invece, un’opera di rimando a storie del nostro mondo. È dedicata ai profughi e ai migranti morti nel Mediterraneo. Salcedo ha cercato e in parte trovato i loro nomi, che affiorano e scompaiono dalle lastre color terra, poste sul pavimento.
È una mostra durissima e poetica al tempo stesso, come solo i grandi sono in grado di fare.
Angela Madesani
Riehen // fino al 17 settembre 2023
Doris Salcedo
FONDATION BEYELER
Baselstrasse 101
https://www.fondationbeyeler.ch/en/
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