La durezza e la poesia di Doris Salcedo in mostra a Basilea

Guarda ai conflitti del tempo presente l’artista colombiana ora in mostra alla Fondation Beyeler. Autrice di opere capaci di alternare gesti leggeri a tematiche granitiche

È una mostra importante quella che la Fondation Beyeler dedica a una delle più interessanti protagoniste del panorama artistico contemporaneo, la colombiana Doris Salcedo (Bogotà, 1958). In Italia negli anni scorsi abbiamo visto sue mostre al MART e a Rivoli, ma non di questa ampiezza e portata. Qui ci troviamo di fronte a otto serie di opere che attraversano il lungo cammino dell’artista. Un centinaio, inoltre, sono i lavori singoli presenti in mostra. È più che mai attuale il suo lavoro, che va a indagare i conflitti del mondo. Anche se con una visione del mondo europocentrica, noi pensiamo agli ultimi ottant’anni come a uno dei più lunghi periodi di pace. Basta girare la testa, volgere lo sguardo oltre il proprio orticello e si capisce che questa affermazione è priva di fondamento. Salcedo parte da microstorie che in breve, tuttavia, assumono una portata universale, dove l’uomo, la sua morte, la sua scomparsa sono protagonisti.

Doris Salcedo, installation view at Fondation Beyeler, Basel, 2023 © Doris Salcedo. Photo Mark Niedermann

Doris Salcedo, installation view at Fondation Beyeler, Basel, 2023 © Doris Salcedo. Photo Mark Niedermann

LA MOSTRA DI DORIS SALCEDO A BASILEA

Con le sue opere ci troviamo di fronte a degli oggetti impossibili, a porte sbarrate, a sedie sulle quali è contemplabile sedersi. La riflessione è sulla perdita, sul lutto, individuale, ma anche collettivo. La storia di Salcedo, in un Paese complesso come la Colombia, è profondamente intrisa di tutto questo. Come nella ricerca di altri artisti dell’America del centro e del sud, leggiamo un forte interesse per la tragedia della politica. Il suo è un lavoro che richiama alla mente certa grande letteratura in cui il particolare diviene universale. “Ciò che tento di tirare fuori dai [miei] lavori è l’elemento che ci accomuna tutti”, dice l’artista.

Doris Salcedo, Palimpsest, 2013 2017 ©. Installation view at Fondation Beyeler, Riehen:Basel, 2022. Photo Mark Niedermann

Doris Salcedo, Palimpsest, 2013-2017, installation view at Fondation Beyeler, Basel, 2022. Photo Mark Niedermann

LE OPERE DI SALCEDO ALLA FONDATION BEYELER

Salcedo alterna leggerezza e pesantezza. In Disremembered (2014-15 e 2020-21) lo spettatore, avvicinandosi al lavoro, può cogliere un tessuto di seta punteggiato da innumerevoli aghi in minaccioso contrasto con la delicatezza evanescente della scultura. Qui il contrasto è dettato dalla morbidezza del materiale e dal dolore provocato dagli aghi. L’opera è il frutto di conversazioni con delle madri che hanno perduto i loro figli a Chicago, vittime di violenza armata. Sempre in quest’ambito si colloca forse l’opera più toccante della mostra, A Flor de Piel, realizzata attraverso l’unione di centinaia di petali di rosa, cuciti fra loro, che formano una sorta di grande sudario. È un omaggio a un’infermiera colombiana torturata e uccisa, i cui resti non sono mai stati trovati. Palimpsest (2013-17) è, invece, un’opera di rimando a storie del nostro mondo. È dedicata ai profughi e ai migranti morti nel Mediterraneo. Salcedo ha cercato e in parte trovato i loro nomi, che affiorano e scompaiono dalle lastre color terra, poste sul pavimento.
È una mostra durissima e poetica al tempo stesso, come solo i grandi sono in grado di fare.
 
Angela Madesani

Riehen // fino al 17 settembre 2023
Doris Salcedo
FONDATION BEYELER
Baselstrasse 101
https://www.fondationbeyeler.ch/en/

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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