Le grandi installazioni ambientali di Helidon Xhixha sul lago d’Iseo
Dopo Christo, che con il progetto Floating Piers nel 2016 attirò l’attenzione del mondo sul Sebino, l’artista albanese conosciuto per i suoi interventi di arte pubblica si confronta col lago
Reggere il confronto non è facile: quando nell’estate 2016 l’allestimento delle passerelle arancioni sospese sull’acqua di Floating Piers ha concretizzato un progetto concepito da Christo (Gabrovo, 1935 – New York, 2020) nell’arco di cinquant’anni di carriera, il lago d’Iseo è diventato per 16 giorni il centro del mondo. Allora, l’installazione del maestro indiscusso dell’arte ambientale generò un indotto di 88 milioni di euro, con effetti benefici per tutti gli attori del territorio. E al di là del valore qualitativo di uno dei più riusciti interventi di arte pubblica degli ultimi decenni, l’evento è diventato case history per chi si occupa di economia della cultura.
LA MOSTRA DI HELIDON XHIXHA SUL LAGO D’ISEO
Dal prossimo 24 giugno 2023 (fino al primo ottobre), l’artista albanese Helidon Xhixha (Durazzo, 1970) proverà a ripetere l’impresa. O quanto meno a confrontarcisi, intenzione peraltro dichiarata dalle curatrici del nuovo progetto, dal momento che progettare un intervento site specific “che dialoga con l’acqua e la terra” sul lago d’Iseo, dopo il 2016, non può prescindere dall’operazione di Christo. La mostra ACQUARIATERRAFUOCO, a cura di Ilaria Bignotti e Camilla Remondina, espone una serie di grandi sculture forgiate in metallo (acciaio inox) da Xhixha, dall’Iceberg alto quattro metri che sarà allestito sul lungolago di Iseo, visibile da una passerella pubblica, ai lavori Abbraccio di Luce e Lancio di Luce, al Satellite posizionato nel passaggio dei Portici di piazza Garibaldi, sempre a Iseo. Il tema che le unisce è la difesa dei valori dell’umanità e della sostenibilità ambientale, evocati anche dalla personale che sarà ospitata in parallelo alla Fondazione l’Arsenale – che organizza l’evento – tra opere scultoree a parete, bozzetti e pubblicazioni consultabili.
XHIXHA E L’ARTE PUBBLICA AMBIENTALE
Xhixha, che vive tra Milano e Dubai, non è nuovo a interventi di arte pubblica monumentale fondati sul rapporto tra scultura e ambiente circostante, per i quali è principalmente conosciuto in Albania e in ambito internazionale (è invece poco rappresentato in musei e pubblicazioni). Nel 2007 presentò a Venezia l’installazione alta sei metri dal titolo The Renaissance of the Twin Towers, omaggio alle vittime dell’11 settembre; nel 2015 ha preso parte alla 56ma Biennale di Venezia per il padiglione siriano, con l’installazione galleggiante Iceberg, protagonista nelle prossime settimane a Iseo, allora allestito sulle acque del Canal Grande come monito sul riscaldamento globale (tornerà in Laguna nel 2019 un nuovo progetto ambientale contro l’inquinamento da plastica negli oceani, The Twin Bottles: Message in a Bottle, in collaborazione con il fotografo Giacomo Braglia). Per l’aeroporto di Malpensa, invece, ha prodotto un’interpretazione contemporanea dell’Ultima Cena di Leonardo, intitolata Everlasting. Si ricordano poi la mostra diffusa Shining Rock (2016) per le strade di Pietrasanta, che ha portato nella cittadina toscana 50mila visitatori nell’arco di quattro mesi, è l’installazione Bliss (2017) nello spiazzo centrale della Somerset House di Londra, che gli è valsa la Public Medal per la migliore installazione alla prima Biennale di Design della capitale inglese. Ancora in Italia, a Firenze, la mostra In Ordine Sparso per i Giardini di Boboli, a cura di Eike Schmidt; e nel 2019, a Lugano, Riflessi di Luce (2019), venti opere monumentali per trasformare la città svizzera in un museo a cielo aperto. Ora, “la sua produzione, così fertile e coerente, è approdata a Iseo e a Clusane: pare vi sia sopraggiunta dall’acqua o rotolando giù per le montagne moreniche; portata dal fiume o scaraventata fuori dal fondo del lago di Iseo”, spiega un breve testo critico di Bignotti e Remondina. Per il Sebino si preannuncia un’altra estate sotto i riflettori o un estate di nostalgia per l’anno di Christo?
Livia Montagnoli
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